Bologna, 9 marzo 2008
Cari amici,
rieccomi (con il cronico ritardo settimanale...) al rendiconto sull'attività svolta in Provincia, stavolta nel mese di
febbraio. Rammento che per essere eliminati da questa lista basta farlo presente con una mail, mentre chiedo a quanti cambiano indirizzo - e desiderano continuare a ricevere questi aggiornamenti - di segnalarmi il nuovo.
Come al solito citerò sommariamente i temi, rinviando al mio sito (
www.andreadepasquale.it ) per le argomentazioni e i dettagli.
Tre questa volta gli argomenti principali:
1) MOBILITA' E TRASPORTI IN PROVINCIA
2) ELEZIONI, LISTE, CONSULTAZIONI: POPOLO SOVRANO?
3) ANCORA TRASPARENZA: NELL'AMMINISTRAZIONE E NEI PARTITI.
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1) MOBILITA' E TRASPORTI
Sicurezza stradale protagonista nelle sedute della
IV Commissione dell'1 febbraio (dedicata agli autovelox di nuova attivazione sulle strade provinciali) e dell'
8 febbraio (dedicata invece al lavoro educativo e culturale che si fa sul nostro territorio per sensibilizzare soprattutto i giovani ad una guida prudente). Sul mio sito, alle date corrispondenti, trovate anche un sunto del dibattito politico su questo argomento.
Importante anche il tema del
sovrapedaggio autostradale per l'attraversamento del nodo di Bologna, f
inalizzato al finanziamento del trasporto pubblico su ferro (SFM). Si tratta di una possibilità fatta introdurre dal senatore Walter Vitali nella finanziaria dell'anno scorso, sulla base dell'esperienza di varie città europee, che scelgono di far pagare al traffico di attraversamento (portatore di inquinamento e congestione) un piccolo sovrapprezzo (calcolabile in decine di centesimi di Euro) da utilizzare per restituire al territorio, che sostiene l'onere di infrastrutture stradali di interesse nazionale, un tornaconto in termini di finanziamento al trasporto pubblico locale (soprattutto treni e tram). Il tema è riemerso nel
consiglio del 12 febbraio, dopo aver interessato la IV Commissione del 18 gennaio, con una dialettica che vede il centrodestra contrario all'ipotesi (a difesa del portafoglio dei cittadini-automobilisti) e un centrosinistra cautamente favorevole (con alcuni, tra cui il sottoscritto, molto favorevoli, individuando in quel cespite uno dei pochi realistici strumenti di finanziamento del Servizio Ferroviario Metropolitano).
Segnalo infine il caso dell'ordine del giorno presentato dalla sinistra arcobaleno e sostenuto anche dal centrodestra per chiedere
corse notturne sulla linea ferroviaria Bologna - Porretta: testo che viene bocciato dal PD (dopo un
mio intervento piuttosto duro) nel consiglio del 26 febbraio. Per contrarietà ai treni notturni? No, per contrarietà a un modo di fare politica che secondo me (ma posso sbagliare) punta a farsi belli con documenti che chiedono la luna, senza interessarsi della effettiva fattibilità di quanto si chiede (e invece stare al governo significa proprio il contrario). Mi è dispiaciuto, nell'occasione, essermi trovato contro a colleghi (e quasi amici) della sinistra coi quali, sui temi del trasporto ferroviario, abbiamo condiviso e realizzato diverse iniziative... Spero che, passate le elezioni, il clima torni per tutti più collaborativo.
2) ELEZIONI, LISTE, CONSULTAZIONI: POPOLO SOVRANO?
Tre piccoli segni di speranza sull'orizzonte nazionale: l'esclusione di
De Mita, ottuagenario padrone di vasti feudi elettorali; l'isolamento di
Mastella, imprevedibilmente punito dalla scelta di mettere le sue sorti personali e familiari davanti a quelle del governo; e il recupero da parte del PD di
Giuseppe Lumia, simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Certo, sono segni parziali, che convivono nel PD con molti
compromessi talvolta imbarazzanti, sui quali bene fanno diverse coscienze critiche (tra cui i ragazzi di Beppe Grillo) a mantenere viva la nostra attenzione. Benissimo infatti i toni pacati e lo stile sereno, ma bisogna restare capaci di riconoscere il male come tale, anche quando si presenta giacca e cravatta, e con borse cariche di doni. E se il limite scelto dal PD dei 3 mandati rappresentativi (e 2 esecutivi) mi pare una buona regola per il ricambio, mi sembra evidente l'insostenibilità, a lungo termine, dell'istituto della deroga (già utilizzata per oltre 30 casi) a tale limite. Ricorda la storia di Orwell: tutti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri...
Sul piano locale, febbraio è stato il mese dell'elezione di
Andrea De Maria a segretario provinciale del PD. Scelta improntata a un certo realismo (vista la imminente campagna elettorale), ma anche di continuità, analogamente a quella di Salvatore Caronna sul livello regionale, e a diverse altre a vari altri livelli. Questo rende ancora più importante per il PD individuare e praticare, in qualche direzione, anche strade di discontinuità, se vuole accreditarsi come forza politica nuova, e non come riverniciatura di facciata.
E una proposta coraggiosa, nel senso della discontinuità, è stata fatta all'assemblea provinciale del 15 febbraio dal collega
Raffale Donini, che ha avanzato l'idea di fissare l
imiti temporali ai ruoli direttivi di partito. In pratica, dopo 3 o 5 anni da dirigente (con tanto di stipendio del partito), si torna a fare un altro mestiere.
Una proposta semplice, ma carica di forza innovatrice rispetto ad una prassi che vede la carriera nel partito come prospettiva vitalizia e come alternativa professionale rispetto ad altri mestieri; e che garantirebbe insieme un forte ricambio tra i quadri della politica, e un positivo "meticciato" tra esperienza di partito ed esperienza di lavoro nelle imprese e nella società. Una proposta quindi
da sostenere con forza.
Sulle liste locali del Partito Democratico, dico due cose: che il risultato è accettabile, ma il metodo (le consultazioni) sono sembrate una foglia di fico per mascherare decisioni prese altrove. I nomi usciti alla fine infatti sono equilibrati, e saluto con grande soddisfazione la presenza (in ottima posizione) di
Salvatore Vassallo, figura fortemente esposta sul fronte della restituzione dai partiti ai cittadini del potere di scelta di uomini e indirizzi politici, che ho personalmente sostenuto. Ma credo non sia stato il mio sostegno, nè quello di diversi amici, a determinare l'esito: l'impressione, qui come altrove, è che l'elemento determinante per l'ingresso di un nome in lista sia stata
la relazione con qualche maggiorente del partito (Veltroni, Franceschini, Prodi), e che insomma per la candidatura sia molto più importante, per così dire, avere fatto l'autista a un "big" nazionale piuttosto che godere di stima e consenso sul territorio. Poi, certamente, si organizza la cosa in modo che nei circoli quel nome "esca dal basso"... L'importante è ricordarsi che la partecipazione è un'altra cosa. Poi, lo ripeto, la saggezza dei leader ha prodotto un risultato complessivamente accettabile.
3) ANCORA TRASPARENZA: NELL'AMMINISTRAZIONE E NEI PARTITI
Qualcosa si muove a Bologna sul fronte della trasparenza, che a mio giudizio resta quello decisivo per la credibilità della politica e l'effettiva possibilità dei cittadini di
esercitare un controllo sull'operato del personale politico e amministrativo.
Il primo "movimento" viene dal recente carteggio tra il consigliere comunale
Paolo Serra e l'assessore al bilancio Paola Bottoni, pubblicato sull'Unità, a proposito di "bilancio comunale e trasparenza". Serra, che ha il merito di avere sollevato la questione con la chiarezza e anche la levità propria del suo stile, dice in sostanza che i
bilanci degli enti pubblici devono essere leggibili e comprensibili, altrimenti non servono allo scopo, che è quello di rendicontare le scelte di spesa di una pubblica amministrazione. Nella stessa linea si muove
Franco Carinci su Repubblica Bologna di giovedì 6 (e siamo al secondo "movimento"), in un articolo dal titolo (autoesplicativo) "
la gestione della cosa pubblica dev'essere una casa di vetro", tesi sostenuta, poche pagine oltre, anche da un intervento di
Luciano Vandelli.
E chiudo allora con un
invito rivolto al mio partito, quel PD che dicevamo bisognoso di dare, a sé stesso e agli altri, anche prove di discontinuità: una di queste attiene certamente alla
necessità di superare la mentalità per cui chiedere la rendicontazione delle spese sia un atto di sfiducia, o peggio di lesa maestà, verso il Partito stesso e i suoi dirigenti. Ed invece è vero il contrario:
proprio chi "vuol bene" a una organizzazione pretede da essa chiarezza e trasparenza su dove e come spende le proprie risorse. E un partito nuovo non può trascurare questa richiesta (legittima, anzi doverosa), di sapere come viene speso il suo denaro: ancor più nel momento in cui il partito chiede a iscritti, simpatizzanti ed eletti dei contributi economici, e agli elettori la fiducia e il voto.
A tutti e a ciascuno un affettuoso saluto, ci sentiamo il prossimo mese.
Andrea De Pasquale
Consigliere Provinciale del Partito Democratico
Presidente della IV Commissione Consiliare
"Pianificazione - Trasporti - Viabilità"
Provincia di Bologna