Andrea De Pasquale

maggio 2009

Seduta dell'8 maggio



Seduta conclusiva del mandato, significativamente dedicata al tema che più ci ha impegnati in questi 5 anni: il Servizio Ferroviario Metropolitano, di cui abbiamo voluto fare un quadro riassuntivo, insieme di bilancio (di quanto accaduto in questi anni) e di prospettiva (i prossimi passi). Un quadro da condividere con il Comune di Bologna, motivo per cui ci riuniamo in seduta congiunta a Palazzo d'Accursio.

Il vicepresidente Venturi prsenta 3 punti qualificanti di questi ultimi anni:
l'accordo per l'attuazione del SFM sottoscritto a giugno 2007 (da Provincia, Comune, Regione, Trenitalia ma non dal Governo); le opere infrastrutturali (nuove stazioni e parcheggi scambiatori); l'aumento dell'offerta (+650.000 km anno).

Insieme all'aumento dell'offerta però è cresciuto, in modo ancora più consistente, l'utilizzo del treno come mezzo di trasporto metropolitano, sottolinea Donato Nigro, dirigente del servizio Trasporti della Provincia: se 10 anni fa (nel 1999) gli utenti quotidiani del servizio erano 18.000, a inizio mandato erano 24.000, ed oggi sono 32.000. Ma soprattutto questi utenti possono facilmente diventare 100.000 (il bacino di utenza potenziale, di abitanti che hanno una stazione SFM raggiungibile entro i 600 metri a piedi, o entro 4 km in bicicletta, è di oltre 800.000 su 950.000 abitanti).

Sempre in questi 5 anni sono stare realizzate 15 nuove stazioni (di cui 3 nel 2008: San Lazzaro Caselle, Zola Chiesa, Calderara Bargellino). Ve ne sono tuttavia ancora 7 da realizzare (Borgo Panigale Scala, Libia, Mazzini, Pian di Macina, Prati di Caprara, San Vitale/Rimesse, Zanardi). Alcune di queste sono finanziate, ma non tutte: mancano ancora 17 milioni di Euro.

Quanto al costo di esercizio del servizio, nel 2007 era di 22 milioni all'anno, oggi 30 milioni, nel 2012 (anno di entrata a regime dell'assetto base) 42 milioni.

Da questa ultima osservazione traggo spunto per il mio intervento nel quale faccio notare come il tanto temuto "road pricing", ovvero un pedaggio sulla tangenziale (mirato, nel nostro caso, a finanziare il trasporto locale su ferro), è in realtà già presente a Milano e Torino, dove capita di pagare (e non poco: arrivando a Torino da Bologna sono 1,60 Euro secchi) il semplice transito della tangenziale. Perché allora tanto scandalo a introdurre una misura simile a Bologna, se ci permettesse di finanziare l'esercizio di un SFM in grado di togliere dalla strada migliaia di autoveicoli al giorno, con evidenti benefici in termini di minore inquinamento, minore congestione stradale e riduzione degli incidenti?

In conclusione ho ribadito l'importanza di agire in fretta sul biglietto unico integrato (tra linee di autobus e linee ferroviarie), e di dedicare una particolare attenzione nella realizzazione della fermata San Vitale - Rimesse, che nel progetto SFM risulta strategica (permettendo l'interscambio tra 3 linee: quella verso Budrio e Portomaggiore, quella verso Imola e Rimini, quella verso Pianoro e Firenze), ma che è collocata in un tessuto urbano già oggi (in assenza di cantieri) molto fragile e stressato. Ed ho rammentato che sul SFM è stato possibile, con l'iniziativa del febbraio 2007 (il convegno "La cura del ferro"), raggiungere una posizione condivisa tra tutte le forze politiche sull'attuazione del SFM.
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