Andrea De Pasquale

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Aggiornamenti febbraio 2009

Rendiconto attività febbraio 2009


Bologna, 10 marzo 2009

Cari amici,


con l'ormai consueto ritardo, eccomi al periodico rendiconto, dedicato stavolta all'attività svolta in Provincia nel mese di febbraio, e anche alla situazione politica generale. Rammento che per essere eliminati da questa lista basta farmelo presente con una mail, mentre chiedo a quanti cambiano  indirizzo - e desiderano continuare a ricevere questi aggiornamenti - di segnalarmi il nuovo, e quello di eventuali amici interessati.

Come le altre volte citerò sommariamente i temi, rinviando al mio sito ( www.andreadepasquale.it ) per le argomentazioni e i dettagli. Quattro i punti principali, che elenco a mo' di indice affinché possiate saltare quanto non vi interessa:

1) TRASPORTI: PROCEDONO FUSIONI E ACCORDI, RESTANO I RITARDI.
2) RETE STRADALE: PIANO DELLA MOBILITA' E COMPLANARE.
3) SCUOLE LONGHENA: SE IL PD RINUNCIA ALLA LINEA RIFORMISTA...
4) LA POLITICA, LA CRISI E LA MIA RICANDIDATURA.

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1) TRASPORTI: PROCEDONO FUSIONI E ACCORDI, RESTANO I RITARDI.

Nel consiglio del 3 febbraio viene approvata la fusione tra l'azienda dei trasporti pubblici di Bologna ATC e quella di Ferrara ACFT, tema già discusso nella Commissione del 28 gennaio. Sempre in tema, la IV Commissione del 6 febbraio e in seguito il consiglio del 10 approvano l'Accordo di programma sui servizi auto filo tramviari, che prevede l'aumento dai 73 milioni di Euro erogati dalla Regione nel 2007, agli 82 milioni che arriveranno nel 2010, per una crescita da 34 a 36 milioni di chilometri all'anno; inoltre il documento prevede l'entrata in esercizio del sistema Stimer, in cantiere da anni, ovvero il biglietto unificato tra ferro e gomma.

Se da un lato quindi procedono fusioni e accordi per migliorare il nostro trasporto pubblico, restano anche ritardi e disagi a danno soprattutto dei pendolari. Nella IV Commissione del 27 febbraio infatti, convocata a valle delle segnalazioni dei vari comitati di pendolari che a dicembre hanno accusato un peggioramento del servizio ferroviario sulle tratte locali, in corrispondenza con l'inaugurazione della linae AV tra Bologna e Milano, i responsabili di RFI (Reti Ferroviarie Italiane, la società che gestisce le infrastrutture, ovvero i binari) presenta dati apparentemente confortanti, che mostrano come la puntualità dei treni locali superi il 90%, con punte del 94-95% (intendendo per puntuale il treno che arriva con meno di 5 minuti di ritardo). Tuttavia, scendendo in dettaglio, si scopre che la maggioranza dei ritardi si concentra nelle ore di punta, nelle quali la puntualità scende all'85%. Questo dato mi spinge a sottolineare come siano proprio le ore di punta quelle in cui si concentrano tutti i disagi (sovraffollamento, ritardi o addirittura soppressioni), e come anche solo 10 minuti di ritardo possono far saltare coincidenze o cartellini da timbrare. Inoltre un treno in ritardo ogni dieci significa, sugli oltre 1.000 treni locali quotidiani, 100 treni in ritardo ogni giorno: e non sappiamo di quanto (possono essere 6 minuti, ma anche 20 o 30), il che spiega bene i disagi lamentati dagli utenti.

2) RETE STRADALE: PIANO DELLA MOBILITA' E COMPLANARE.

La IV Commissione del 20 febbraio approva il PMP (Piano della Mobilità Provinciale) che andrà in Consiglio entro la fine di marzo. Tra le scelte più  importanti in esso contenute segnalo il completamento della Complanare tra San Lazzaro e Ponte Rizzoli (a cui è dedicato un accordo a parte, esaminato nella IV Commissione del 6 ed approvato nel consiglio del 17 febbraio). La scelta di "fermare" la complanare a Ponte Rizzoli (dove oggi arriva il braccio sud), e di chiedere a Società Autostrade il potenziamento dell'autostrada mediante realizzazione della IV corsia tra San Lazzaro e il raccordo per Ravenna, costituisce un importante elemento di coerenza con il PTCP, che prevede una "specializzazione" dei grandi assi di trasporto, assegnando all'autostrada il collegamento su gomma tra le aree produttive di Imola e Bologna (con l'effetto di contribuire alla fludità anche dei collegamenti extraprovinciali, verso Rimini e Ravenna), e al Servizio Ferroviario Metropolitano gli spostamenti pendolari da centro urbano a centro urbano.

Altri dettagli relativi al PMP (come la connessione di due importanti stazioni ferroviarie come Casalecchio Garibaldi e San Ruffillo con le linee urbane del 13 e del 21) le trovate sul sito, nella sezione "Attività di Commissione - febbraio 2009", insieme all'accordo per la Riqualificazione del Comparto di via Bigari (Commissione del 13 e Consiglio del 17 febbraio), nel quale verrà realizzato un intervento da 7.600 mq di superficie utile, che comprenderà il rifacimento del Museo dei Trasporti, oggi inagibile, e la realizzazione di una nuova sede per gli uffici della Provincia e di 3.000 mq di verde.

3) SCUOLE LONGHENA: SE IL PD RINUNCIA ALLA LINEA RIFORMISTA...

Nel consiglio del 17 febbraio tiene banco l'episodio delle Scuole Longhena (dove le maestre hanno pensato di mettere nelle pagelle degli alunni un voto collettivo uguale per tutti e in tutte le materie), al quale sono dedicati ben 3 ordini del giorno. Su quello proposto dalla sinistra estrema il PD si divide, in parte appoggiandolo, in parte astenendosi (era l'indicazione del gruppo), in parte votando contro (io solo, a mo' di controspinta).


La coincidenza con le dimissioni di Walter Veltroni da segretario del PD (avvenute proprio in quelle ore) mi spinge infatti a reagire al progressivo cedimento del mio partito, che sembra abbandonare le originarie posizioni riformiste (il famoso discorso del Lingotto) per inseguire slogan ideologici e demagoci lanciati dalla sinistra e dai sindacati più conservatori. Infatti, dopo un primo momento di opportuna presa di distanza (ricordo Cofferati, Vitali, Turci...) da questa indebita forma di protesta contro la riforma Gelmini, ecco che il vento muta (soprattutto dopo la visita pastorale di D'Alema, venuto a Bologna nel giorno di San Valentino a resuscitare l'amore per Rifondazione e dintorni), e comincia a prevalere la paura di "lasciare la protesta anti-Gelmini in mano alla sinistra", quindi la linea di appoggio (o di "non giudizio") all'operato delle maestre (che arriva fino alla cronaca odierna).

Premesso che politicamente mi pare una emerita sciocchezza per il PD, dopo avere rotto l'alleanza con Rifondazione (quasi cercando in questa rottura, che non ho condiviso, una identità), trovarci oggi, a pochi mesi di distanza, preoccupati di inseguire ed imitare nei temi e nei toni proprio quella Rifondazione dalla quale abbiamo voluto differenziarci, ritengo anche sbagliato nel merito il ragionamento delle maestre, che - anche oggi sui giornali - confondono il piano del "valore" degli alunni e quello della "valutazione" delle competenze raggiunte nelle varie materie.

Sul tema ho quindi deciso di fare un mio intervento in consiglio, al quale vi rimando e del quale vi riporto solo la conclusione.

...La questione non è, cari colleghi consiglieri, e in particolare amici del PD, se si possa manifestare o meno il proprio dissenso verso la riforma Gelmini, e in particolare verso il ritorno ai voti numerici. Certo che si può. E secondo me anche si deve. Ma ... la questione è che idea di scuola, e di educazione, vogliamo portare avanti come progressisti e riformisti, anche nel momento in cui protestiamo contro il governo e la Gelmini.

Sappiamo che la situazione italiana, economica e sociale, è caratterizzata da una crescente voragine di disparità tra gli inclusi e gli esclusi, tra garantiti e precari. E’ caratterizzata insomma da una grande immobilità sociale. Una scuola... che abdica al dovere di misurare le abilità effettivamente acquisite, una scuola che sceglie il livellamento e l’egualitarismo dei risultati, contribuisce a perpetuare questa iniquità e questo immobilismo sociale.

Perché l’insignificanza del risultato scolastico è il grande, pervasivo e perverso brodo di coltura di questa disparità, di questa immobilità. In altre parole, è uno dei principali collanti di una società castale, come si avvia sempre più ad essere quella italiana, dove sempre più la carriera e la fortuna sono prerogativa dei figli di chi ha già fatto carriera e fortuna. Con buona pace del merito, del talento e dell’impegno. A partire dalla scuola

L'episodio Longhena insomma mi è parso emblematico del rischio di rinuncia, da parte del PD, all'approccio riformista su diverse materie: Scuola, Giustizia, Pensioni, Efficienza della Pubblica Amministrazione, sulle quali vanno certamente detti dei "no" molto chiari rispetto alle "riforme" di Berlusconi e soci, ma sempre proponendo una alternativa che non sia "lasciare tutto come è", ed evitando scivoloni ideologici che ci tolgono credibilità. Questa almeno è la mia idea di PD.

4) LA POLITICA, LA CRISI E LA MIA RICANDIDATURA.

Molti mi stanno chiedendo, nelle ultime settimane, se e dove proseguirà il mio impegno politico. Personalmente sono disponibile a continuare il lavoro sin qui svolto, ma come è evidente sarà il partito a stabilire - attraverso un percorso articolato che passa da diversi organi e livelli di consultazione - se sarò uno dei 36 candidati nei 36 collegi uninominali previsti dal sistema elettorale della Provincia, e se sì in quale. In ogni modo ad oggi ancora non so nulla.

Quello che invece so, e di cui sono sempre più convinto, sono 3 cose. A) Che la politica in generale ha un forte bisogno di recuperare credibilità agli occhi dei cittadini, per tornare ad essere - ed apparire - lavoro per il bene comune e non opportunità di sistemazione per chi la pratica. B) Che di conseguenza il lavoro politico deve essere il risultato di una esperienza di vita, di cittadinanza, di lavoro, e non una alternativa a tale esperienza. C) che quindi il personale politico (amministratori e dirigenti di partito) deve, come pre-condizione di qualsiasi azione di merito, assumere come metodo la condivisione dei problemi e delle fatiche del comune cittadino, la trasparenza rispetto al proprio impegno e ai propri guadagni, la rendicontazione rispetto alla propria azione politica. Diversamente, tramontate le ideologie, tutto in politica finirà per apparire farsa, recita, finzione.

Prendiamo ad esempio la crisi economica. Negli ultimi mesi la politica a tutti i livelli si è espressa spesso e volentieri sul tema. Ma quando sentiamo o leggiamo interviste a uomini pubblici rispetto alle difficoltà delle famiglie o delle imprese, scatta immediato il pensiero: "ma a te cosa te ne importa, visto il tuo 740"? La sensazione insomma è quella di un radicale sganciamento, di una profonda divaricazione tra chi patisce la crisi e chi dovrebbe affrontarla politicamente, vivendo quest'ultimo comunque - sia esso di destra o di sinistra - una condizione di radicale alterità rispetto al dramma di non arrivare a fine mese, una condizione di sostanziale esenzione dall'angoscia di chi non sa che ne sarà del suo lavoro, quindi dei suoi figli e delle loro prospettive. Questa divaricazione esistenziale, e sociale, che divide elettori ed eletti, mi preoccupa molto.

Per questo nel mio piccolo ho cercato di arginare il rischio, con piccole scelte banali come quella della trasparenza (pubblicare cosa faccio e insieme quanto guadagno) o come quella di rinunciare ai modesti privilegi (es. il pass per l'accesso al centro storico e al parcheggio garantito) propri dello status di consigliere. Non si tratta di moralismo, ma del bisogno di non perdere contatti con la realtà, di restare nella condizione di tutti, per riuscire a capire certe rabbie, certe proteste, certe insofferenze che certo appaiono insulse a chi non vive il problema (finché avevo il pass, il blocco del traffico mi toccava poco).

Sul piano professionale vivo soprattutto la fatica e le difficoltà della piccola impresa, stretta nella necessità di far quadrare i conti senza scaricare sui lavoratori il rischio imprenditoriale e le fluttuazioni del mercato. Questa esperienza mi sembra importante in un ambiente "politico" dove prevale largamente un personale (dipendente di enti pubblici o di grandi aziende) che conosce poco le ansie legate al conto economico, alla concorrenza, ai rischi di insolvenza dei clienti, ecc. Se di questa esperienza il PD ritiene di avere bisogno - e credo che ne abbia - io ci sono. Se invece ritiene di non averne, ne prenderò atto, con qualche amarezza ma senza drammi. La vita, in quanto tale, è sempre piena di opportunità.

Spero così di aver risposto alle vostre domande, mentre confermo che sto lavorando ad un documento su testamento biologico e dintorni, che si arricchisce ogni settimana dei dibattiti e delle iniziative sull'argomento (molto bella quella di ieri sera al Baraccano, organizzata del PD del quartiere Santo Stefano).

Un caro saluto a tutti, alla prossima.

Andrea De Pasquale
consigliere provinciale del PD
presidente IV Commissione "Pianificazione - Trasporti - Viabilità"
Provincia di Bologna
www.andreadepasquale.it

Per contattarmi: scrivi@andreadepasquale.it - Per ricevere il mio rendiconto mensile: aggiornamenti@andreadepasquale.it
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