Andrea De Pasquale

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Note sul funzionamento della Provincia

Le due attività prevalenti nei quali un consigliere è impegnato sono il Consiglio e le Commissioni: per il loro funzionamento, vedi i menù a lato.
Per il resto, tra gli appuntamenti più importanti per la vita dell'Istituzione vi sono certamente la Giunta (ogni martedì mattina) e la Conferenza Metropolitana (incontro di tutti i sindaci del territorio, il lunedì mattina almeno una volta al mese).

I tempi dell'attività politica


Il mandato è iniziato (autunno 2004) con una discussione piuttosto accesa rispetto all'organizzazione del lavoro dei consiglieri. In sintesi, la mia richiesta di organizzare i tempi in modo da concentrare due riunioni di commissione in uno stesso pomeriggio (alle 14.30 e alle 17.00)  è rimasta fortemente minoritaria. La schiacciante maggioranza, tra i consiglieri, di posizioni lavorative subordinate (dipendenti di enti pubblici o aziende private di dimensioni consistenti) ha fatto sì che sia prevalsa una organizzazione dei lavori spalmata su tutti i giorni, mattina e pomeriggio.

Il tema dei tempi, in sè apparentemente irrilevante, sottende in realtà il più ampio tema del rapporto tra impegno politico e impegno professionale: se - per dirla con altre parole - l'attività politica debba necessariamente svolgersi "al posto" del lavoro (come accade ai dipendenti, che possono prendersi i permessi senza perdere il posto di lavoro), oppure se possa svolgersi "in aggiunta" al lavoro (come accade a professionisti e imprenditori, che non hanno questa possibilità).

Politica "in aggiunta" oppure "al posto" del lavoro?


La risposta a questa domanda infatti condiziona pesantemente l'accesso all'attività politica e quindi la selezione del personale politico, rendendo molto scarsa la rappresentanza di professionisti o piccoli imprenditori, che rappresentano invece - soprattutto questi ultimi - la parte più importante e vitale del tessuto economico bolognese.
L'espulsione di fatto di questa componente sociale dai luoghi di rappresentanza crea una reciproca difficoltà di comprensione tra i due mondi (politica e piccola impresa), e spiega buona parte del giudizio negativo comunemente diffuso rispetto al personale politico, visto come estraneo ai problemi e alle fatiche della maggioranza dei concittadini, e viceversa arroccato a difendere vantaggi e privilegi legati alla propria condizione di rappresentanza.
Personalmente, ho fatto la scelta di praticare la politica "in aggiunta" al mio impegno in azienda, avendo la responsabilità non solo di "portare a casa la pagnotta" per la mia famiglia, ma anche di contribuire a quella dei miei dipendenti e collaboratori, per l'oggi e per il domani.
Una scelta, la mia, che come tutte le scelte comporta vantaggi e svantaggi: tra questi ultimi, il fatto di dividere il tempo tra lavoro professionale e lavoro politico, e quindi di riservare a quest'ultimo meno tempo di quanto non possa fare chi si dedica esclusivamente alla politica. Tra i vantaggi, quello di non dipendere economicamente dalla politica (mantenendo quindi una maggiore libertà di manovra e di azione), e quello di restare più saldamente ancorato ai problemi comuni del lavoro e dell'impresa, ad evitare - sperabilmente - di perdere i contatti con la realtà sociale ed economica.
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