Andrea De Pasquale

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Ottobre-dicembre 2006 (5 interventi)

Intervento del 28 novembre a proposito dell'odg sul Nodo di Rastignano


Sottolineiamo l’importanza di questo ordine del giorno che condividiamo totalmente con in particolare due osservazioni:

- la prima, è che le risorse mancanti per completare questa opera infrastrutturale che risolverebbe i problemi di una comunità molto vasta (perché non sono soltanto i residenti della zona di Rastignano, ma come potrebbe ben testimoniare anche il collega Lorenzini, anche tutti gli abitanti della valle), volevo far notare che le risorse mancanti solo sì ingenti, ma non sono particolarmente esose, perché parliamo di 26 milioni di euro che quando si va a parlare di grandi infrastrutture non sono cifre significative.

Questo è dovuto al fatto che l’opera è già parzialmente finanziata da fondi della Tav e ANAS e quindi la mia sottolineatura vuole dire che non occorre uno sforzo impossibile per riuscire a condurre a termine questa opera.

Credo, quindi che, le nostre istituzioni, se si impegneranno in maniera continuativa su questo punto, potranno effettivamente ottenere un buon risultato. Rivolgo questo appello in particolare alla nostra Giunta, perché se ne faccia portatrice anche nei confronti del Comune di Bologna, che è importante che non sia distratto rispetto a questa opera, e volevo anche
sottolineare quanto è importante, credo per questa nostra seconda parte del mandato, che sappiamo concentrare tutte le risorse e tutti gli investimenti che possono venirci anche da fonti governativi statali a chiudere e completare le opere iniziate, prima di aprirne di nuove
dall’esito incerto. Grazie.

Intervento del 28 novembre sul nuovo statuto della società FER (Ferrovie Emilia Romagna)


Sarò comunque sintetico, nel ribadire quanto già affermato in Commissione, laddove sottolineavamo l’importanza che questa società, la FER appunto, sia messa in grado di operare nella maniera più agile rispetto alla missione che si trova a svolgere sui nostri territori.

Lo ha ricordato il Vicepresidente Venturi prima rispondendo ad un’interpellanza, quando parlava appunto della linea ferroviaria Bologna – Vignola; aggiungo fra le responsabilità che ha FER anche la gestione della linea ferroviaria Bologna – Porto Maggiore insieme alla linea per Vignola, sono i due bracci del servizio ferroviario metropolitano che oggi sul nostro territorio conoscono il numero più alto di utenti ed anche di utenti scontenti, viste le carenze del materiale rotabile che tutti conosciamo.

Quindi davanti a questa votazione che lo capiamo, ha soprattutto un significato formale, non interviene direttamente sulla gestione dell’esercizio ferroviario di FER su queste due linee che tanto ci interessano, però ugualmente ci sembra opportuno richiamare l’importanza che hanno le scelte gestionali della FER rispetto agli utenti del nostro territorio, e quindi al grande interesse che esprime questo Consiglio rispetto a quello che sarà il futuro di quest’azienda.

Ovviamente dichiaro il voto mio, e del mio gruppo, favorevole a questa delibera. Grazie.

Intervento del 24 ottobre sulla fermata S.Orsola del Servizio Ferroviario Metropolitano


Ho avuto nei giorni scorsi notizia del fatto che la Regione Emilia Romagna avrebbe deciso di eliminare la fermata di servizio all’ospedale Sant’Orsola Malpighi dal progetto di potenziamento e interramento della linea ferroviaria Bologna – Portomaggiore (destinata a divenire linea metropolitana passante Vignola – Portomaggiore). Domando alla giunta (nella persona del vicepresidente Giacomo Venturi) se tale notizia corrisponde al vero.
 

Se tale è la posizione della Regione (di fatto proprietaria, attraverso la società FER, di quella linea ferroviaria), domando come ritenga la Regione di ottemperare alle prescrizioni dell’Accordo Territoriale sottoscritto nell’ottobre 2002 tra la stessa Regione, il Comune e la Provincia di Bologna, l’Università e l’azienda ospedaliera S. Orsola – Malpighi, dato che quell’Accordo poneva il collegamento ferroviario come una condizione per l’espansione edilizia del complesso ospedaliero.

Poiché tale espansione è avvenuta (con la costruzione di 3 nuovi Poli, chirurgico, cardiologico e tecnologico, per circa 25.000 mq di Superficie Utile aggiunta, in un’area peraltro già molto densa dal punto di vista urbanistico, con un indice di utilizzo territoriale superiore allo 0,9, contro lo 0,3 normalmente prescritto per le aree ospedaliere), domando come sia possibile cancellare la fermata ferroviaria di servizio all’ospedale senza invalidare l’Accordo Territoriale e gli Accordi di Programma che ne sono conseguiti. In tal modo infatti l’espansione edilizia del S. Orsola – Malpighi resta priva di un fondamentale contrappeso urbanistico, con ulteriore aggravio della congestione del traffico nel quadrante est di Bologna.

Poiché la fermata di cui si parla andrebbe a cadere nel tratto ferroviario soggetto a interramento, domando anche se chi si oggi oppone alla fermata abbia considerato che, rinunciando ad inserirla nel progetto di interramento, si va a precludere per il futuro ogni possibilità di riproporla (se non a costi astronomici, molto superiori a quelli necessari oggi).

Domando infine se chi si oppone alla realizzazione di quella fermata abbia proposto un collegamento alternativo tra l’area ospedaliera e la ferrovia, attraverso una fermata esistente (come quella di via Zanolini), ad esempio chiedendo una variante urbanistica sul comparto dell’ex stazione Veneta, su cui stanno per iniziare i lavori, in modo da ricavare lo spazio per un corridoio dedicato di collegamento pedonale protetto, con adeguati supporti tecnologici, tra fermata e ospedale.

Concludo rammentando che il S. Orsola – Malpighi, maggiore polo ospedaliero regionale, generatore di circa 20.000 accessi quotidiani, è sfiorato dalla linea ferroviaria ma privo di qualsiasi collegamento con essa, e che la necessità di un collegamento ferroviario specifico per l’ospedale, oltre ad essere previsto nell’Accordo territoriale prima citato, era previsto anche nell’ordine del giorno sull’attuazione del Servizio Ferroviario Metropolitano votato da questo consiglio il 14 giugno 2005.

Intervento del 24 ottobre sulla solidarietà a Daniela Santanchè minacciata dall'Imam di Segrate


Sarò breve per esprimere da parte di tutto il gruppo una piena adesione a questo ordine del giorno. D’accordo con la maggioranza delle cose dette negli interventi che mi hanno preceduto, aggiungo solo un'osservazione sulla violenza. La cosa che mi ha colpito, non ho visto in diretta la trasmissione però ne ho letto la trascrizione, più che elementi di differenze culturali su cui tutti siamo pronti a discutere e su cui siamo tutti disposti a un confronto culturale, qui quando invece siamo a delle minacce credo che dobbiamo stare tutti molto attenti e reagire compatti.

Sono contento del fatto che l’ordine del giorno sia condiviso da maggioranza e minoranza. Secondo me è importante che anche questo Consiglio sappia ritrovarsi davanti alla messa in discussione di principi fondamentali della nostra democrazia, della nostra convivenza, sappia ritrovarsi unito e compatto.

Io credo che non dobbiamo dare segnali di cedimento, di intimidazione davanti a prese di posizione che davvero possono andare a limitare la nostra libertà di espressione. Per cui esprimo con piena convinzione il voto favorevole mio e del gruppo a questo testo di cui apprezzo anche la sobrietà e l’essenzialità. Grazie.

Intervento del 3 ottobre sull'Accordo Territoriale per la nuova Stazione di Bologna


Grazie Presidente.

Sono molto soddisfatto che si arrivi oggi al voto di questa delibera, così come esprimo totale condivisione dell’ordine del giorno allegato a questa delibera per una serie di motivi. Innanzitutto perché come già abbiamo detto adesso diverse volte in Commissione e come anche sulla stampa si è letto particolarmente in questi ultimi giorni, la nostra stazione ferroviaria di Bologna sta evidenziando sempre più una forte inadeguatezza a gestire e a smaltire il traffico attuale.

Considerando che le prospettive sono quelle di passare da circa gli 80 mila passeggeri al giorno di oggi ai circa 150 mila che si prevedono tra cinque, sei anni, effettivamente c’è un bisogno forte di intervenire su quella che dovrà essere la prima porta di accesso alla nostra città e questo è un primo elemento che mi fa dichiarare soddisfazione e mi fa essere d’accordo con questo passaggio della delibera e dell’ordine del giorno.
C’è un motivo più ampio per cui è importante oggi che il Consiglio Provinciale approvi questi due documenti, ed è che il riassetto della stazione non si limita all’edificio di accesso ai treni, ma come abbiamo potuto vedere in Commissione, coinvolge un intero quadrante di città e lo coinvolge in maniera a mio giudizio positiva e cioè andando a concentrare un’urbanizzazione che porterà servizi, che porterà indubbiamente anche un certo carico urbanistico, però laddove c’è una grande capacità di smaltimento di traffico da parte sia dei binari stessi, che ricordo che saranno anche il punto di attestamento delle otto linee dell’SFM, sia dei sistemi di mobilità di massa e che a Bologna comunque vengano realizzati, avranno davanti alla stazione ferroviaria il loro capolinea, il loro punto di assestamento.

Cosa intendo dire con questo? Intendo dire che se c’è un luogo in città dove si può addensare urbanisticamente una presenza di uffici e di servizi e di realtà commerciali è proprio laddove ci si potrà muovere agilmente senza automobile. Quindi, il fatto che la delibera e l’accordo territoriale che vi è allegato preveda esattamente questo tipo di concentrazione intorno a quest’area, a mio giudizio è una scelta positiva perché finalmente cominciamo a concentrare dei centri attrattori di traffico laddove il traffico può essere smaltito senza ricorrere al mezzo privato.

Infine, nel riassetto territoriale che è coinvolto in questa delibera, in questo accordo territoriale, trova altri due elementi di pregio, uno è l’acquisizione di un’area verde che sarà a disposizione dei cittadini e noi sappiamo quanto la nostra città, soprattutto nell’area centrale ha bisogno di verde, l’altra è che c’è una quota di edificazione dedicata all’edilizia sociale, che anche questa ha un forte importanza perché pur in una zona dove obiettivamente non è possibile andare oltre in una certa soglia di edilizia sociale perché è una zona di altissimo pregio, però occorre che anche questo tipo di esigenza a tutela delle fasce più deboli della nostra cittadinanza non venga dimenticata in un passaggio importante come questo.

Concludo con una nota di merito in particolare sull’ordine del giorno, laddove cita l’opportunità di recuperare la linea di cintura anche al trasporto passeggeri e laddove cita la possibilità in futuro di utilizzare anche la linea che oggi termina allo smistamento merci, come una possibile corridoio per servire con il ferro una zona che oggi non è servita, cioè quella che si spinge verso Granarolo, che oggi sta conoscendo l’espansione della sede dell’azienda Hera, dove ogni giorno più di 600 lavoratori si recano, dove c’è un inceneritore al quale affluiscono quotidianamente decine o centinaia di camion con dei rifiuti e dove in generale c’è un’urbanizzazione molto forte sulla direttrice San Donato verso Granarolo e Minerbio.

Perché è importante che l’ordine del giorno citi se non altro la possibilità di preservare un corridoio per costruire in futuro una linea ferroviaria? Perché oggi noi possiamo non avere il denaro per arrivare a servire con il ferro anche quelle zone, interessanti, lo ripeto, sia per lo smaltimento rifiuti, sia per la quantità di lavoratori che vi accedono e per gli insediamenti che si stanno addensando intorno alla San Donato: oggi sarà difficile che abbiamo quel denaro perché già fatichiamo a trovare denaro per far correre i treni sulle linee che abbiamo, però è molto importante che non chiudiamo le porte al futuro, cioè l’urbanizzazione che avverrà in quella zona non pregiudichi in futuro la possibilità di stendere un fascio di binari e di andare a servire con il treno anche quelle zone. Pertanto do il mio pieno plauso e credo anche a nome di tutto il gruppo sia alla delibera che all’ordine del giorno, e mi auguro che il processo attuativo di questo accordo sia più il rapido possibile, perché tutta la città e la Provincia ne ha veramente bisogno.
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