Andrea De Pasquale

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Urbanistica, consumo di suolo e pentimenti tardivi

La lettera firmata dai membri del Forum "Territorio Sostenibile" del Partito Democratico e pubblicata da Repubblica il 13 settembre 2013


Felicia Bottino, Sabrina Freda, Pierluigi Cervellati, Paolo Portoghesi e Giuseppe Campos sono intervenuti nei giorni scorsi su Repubblica Bologna evidenziando come molte scelte urbanistiche compiute negli ultimi decenni dalle amministrazioni comunali siano state guidate dall'esigenza di accontentare i costruttori piuttosto che dalla coerenza con principi e valori dichiarati più volte in sede politica, grazie ad interpretazioni forzate, deroghe o elusioni di leggi e strumenti di pianificazione.
In questo modo autorevoli amministratori bolognesi fanno in qualche modo "autocritica" riconoscendo la ricorrente contraddizione tra gli obiettivi di riequilibrio territoriale, di lotta al consumo di territorio vergine e alla dispersione insediativa, sempre enunciati nei piani e nelle politiche ufficiali, e scelte amministrative concrete andate spesso in direzioni opposte, ad esempio mediante previsioni "generose" nei piani urbanistici e ancora di più varianti che consentissero interventi in aggiunta - quando non in contraddizione - ai piani.
La riflessione inevitabile che da tali dichiarazioni discende è che simili comportamenti hanno portato il governo del territorio e gli stessi amministratori a privarsi di un equipaggiamento coerente e condiviso di obiettivi e strategie, indebolendo così il disegno pubblico del piano a favore di un supposto pragmatismo.

Ciò ha inoltre generato conflitti tra chi da una parte ha ritenuto che i disposti legislativi e la pianificazione, con le sue regole ed i suoi strumenti, dovessero essere un elemento fisso di riferimento e di garanzia per tutti, cittadini, operatori del settore e amministratori, per realizzare uno scenario condiviso di governo del territorio; e chi invece dall’altra parte supponeva una loro derogabilità caso per caso, alla bisogna, in quanto politicamente giustificabile. L'importanza di questa discussione è tanto maggiore in quanto purtroppo il tema non si riferisce solo a tempi remoti (come ad esempio nel caso dell'approvazione del PRG di Bologna ed alle forzature normative nella attuazione dei suoi piani particolareggiati, tra cui Borgo Masini) ma va necessariamente esteso, se si vuole misurare la concretezza di certe dichiarazioni, anche alle più recenti e attuali vicende urbanistiche. Questo conflitto si ripete anche nel 2013, nei casi delle varianti agli strumenti urbanistici per il Centro Sportivo del Bologna Football Club a Granarolo o per l'Art & Science Center di Sasso Marconi, per la proposta di nuovo Outlet a San Giovanni in Persiceto o con le varianti di anticipazione al PSC nei comuni dell’area bazzanese, che hanno costituito forzature o deroghe al quadro normativo e pianificatorio, ed hanno comportato un ulteriore consumo di suolo e una marginalizzazione del trasporto su ferro, creando ulteriore frammentazione insediativa e quindi incremento della domanda di mobilità privata. Su queste scelte recenti sono mancate voci autorevoli che, nelle amministrazioni, nelle conferenze dei servizi o nel dibattito pubblico, avrebbero potuto fare la differenza ed incidere sugli esiti.

La capacità di dire "abbiamo sbagliato" è sempre benvenuta. E' segno di umiltà, onestà e intelligenza, virtù preziose nella convivenza civile e ancor di più in politica. Tuttavia, per rendere più interessante un'autocritica che altrimenti appare un po' tardiva, sarebbe importante prendere una posizione chiara sulle scelte urbanistiche contemporanee. Applicare i principi e la coscienza critica anche alle scelte in atto, oltre che a quelle in archivio, aiuterebbe sia la credibilità delle valutazioni "a posteriori", sia a prendere oggi ed in futuro decisioni più sagge. Tutto ciò appare particolarmente importante oggi, quando il rallentamento delle attività edilizie causato dalla congiuntura economica, e le opportunità aperte dal "Patto Metropolitano per il contenimento del consumo di suolo e la rigenerazione urbana" sottoscritto da tutti i sindaci nell'ambito dei lavori sul Piano Strategico Metropolitano, ci offrono la preziosa occasione di aprire una fase di maggiore concretezza e coerenza, immediatamente praticabile sulla base delle leggi vigenti e del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bologna, per rimediare almeno in parte alle situazioni urbanistiche più critiche. Una fase che, sia pure in assenza e in attesa di una legge nazionale sul suolo (caso unico fra i paesi della U.E.), permetta di passare dalle parole ai fatti ed invertire decisamente e stabilmente tendenze in atto da troppi anni.

Il primo passo è dare concreta attuazione al “Patto dei sindaci” sopra citato, a partire dalle scadenze in esso contenute (adozione di un documento preliminare entro il mese di ottobre 2013, redazione del Patto Metropolitano come Accordo Territoriale tra i Comuni e la Provincia entro dicembre 2013), e iniziando una seria revisione al ribasso dei piani esistenti. Diversamente, anche questo documento fondamentale del PSM resterà solo sulla carta senza incidere nella prassi urbanistica, e non ci consolerà leggere, tra qualche lustro, nuove autocritiche sulle scelte del 2013.

Bologna, 11 settembre 2013

Sergio Salsedo (coordinatore del Forum per un Territorio Sostenibile del Partito Democratico della Provincia di Bologna), Andrea De Pasquale, Pietro Maria Alemagna, Saverio Bui, Monica Cinti, Fioretta Gualdi, Angela Iacopetta, Giancarlo Mattioli, Paolo Natali, Piergiorgio Rocchi, Maurizio Sani, Paolo Serra (membri del Forum).

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