Andrea De Pasquale

aprile 2006

Seduta del 28 aprile


Dedicata a due delibere relative ad altrettanti Accordi Territoriali per l'elaborazione in forma associata dei Piani Strutturali Comunali. Il primo riguarda la Comunità Montana Cinque Valli Bolognesi, i Comuni di Loiano, Monzuno, Pianoro, San Benedetto Val di Sambro e Sasso Marconi e naturalmente la Provincia. Il secondo riguarda  l’Unione Valle del Samoggia ed i Comuni dell’area Bazzanese (Bazzano, Castello Di Serravalle, Crespellano, Monte San Pietro, Monteveglio, Savigno e Zola Predosa).

Con questi due nuovi accordi salgono a 7 le Associazioni di comuni che affrontano la pianificazione territoriale in forma aggregata. Il dibattito della commissione si concentra sul seguente punto: se i comuni che decidono di chiamarsi fuori da questo percorso comune (nel caso odierno: Monghidoro, Monterenzio e Castiglione dei Pepoli) facciano bene (è la tesi del centrodestra, che accusa il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di porre troppi vincoli) o facciano male (è la tesi del centrosinistra, che sottolinea come i confini comunali si sono rivelati alla prova dei fatti un ambito troppo ristretto per affrontare i problemi dei territori).

Interessante soprattutto la diatriba sul concetto di "autonomia" dei comuni: per il centrodestra, è proprio la salvaguardia della propria autonomia amministrativa che porta alcuni comuni a "fare da soli". Per la maggioranza invece (in ciò aiutata da un'osservazione del dirigente tecnico presente in seduta) l'autonomia, e la capacità di governo del territorio, aumenta e non cala con la pianificazione associata, perché è evidente che dalle infrastrutture alle norme sul traffico, dall'inquinamento ai servizi ai cittadini, l'urbanistica "fai da te" comune per comune non permette grande efficacia, ma anzi induce a subire i fenomeni senza poterli governare.

Seduta del 20 aprile


Seduta aperta dall’esame della delibera di adesione della provincia all’associazione Federmobilità. Si tratta di un forum permanente costituito nel gennaio 2004, sul “governo regionale, locale e urbano della mobilità sostenibile", al quale la Provincia è interessata a partecipare per il dibattito e lo scambio di esperienze sull’organizzazione del trasporto, della privatizzazione della gestione del trasporto pubblico locale, per seminari e corsi di formazione. Tra i soci della Associazione risultano esserci le Regioni Emilia Romagna, Campania, Marche, Toscana e Umbria, le Province di Ravenna, Rimini, Benevento, Padova, Mantova, Napoli ed i Comuni di Bologna, Milano, Roma e Venezia. Il costo per l’Ente sarà di 10.000 Euro nel 2006.

Il secondo oggetto in esame è il progetto della nuova Bazzanese, in variante della strada attuale, perennemente intasata. Se ne parla dal 1999, il primo problema è stato l’individuazione del corridoio dove farla passare, per la difficoltà di conciliare le diverse esigenze dei territori (comuni di Bazzano e Crespellano). Originariamente il progetto era per tutta la tratta, ma in sede di accordo con la Società Autostrade questa si fece carico, a latere della realizzazione del nuovo casello di Crespellano (detto della Muffa), di realizzare rispetto alla nuova bazzanese soltanto il pezzo di collegamento tra il casello della Muffa e l’innesto con la SP 27 (Valsamoggia), restando a carico dei territori la realizzazione dei due pezzi restanti (verso Bologna e verso Bazzano).

Passando alla descrizione dell'opera, il tracciato parte dall’innesto di Ponte Ronca, ubicato nella rotonda a fianco della zona industriale, e muovendosi da est verso ovest piega a nord per evitare la zona archeologica, rendendo necessario un intervento sulla viabilità secondaria per ricucire frazioni e borghi che la nuova strada andrebbe a separare. Proseguendo verso ovest la strada torna a piegare verso sud, per incontrare una grande rotonda di innesto con la SP 27 Valsamoggia, che pemette di saltare l’abitato della Muffa e di realizzare un sovrappasso ferroviario, creando una “continuità extraurbana” (ovvero evitando l’attraversamento del centro abitato) tra la nuova bazzanese e la Valsamoggia.

Proseguendo verso ovest, la nuova strada si affianca al sedime ferroviario (per evitare nuove cesure del territorio). Attraversato il Samoggia è previsto l’innesto con la pedemontana modenese, già in corso di realizzazione (potrebbe essere finita nel 2008…). Complessivamente si tratta di circa 10 km; la sezione tipo è di 13 metri di larghezza, comprensivi di 1 corsia per senso di marcia da 3,75 metri + una corsia di 2 metri di emergenza. Non è previsto separatore tra le carreggiate. Si pensa però di costruire ponti e tunnel già predisposti alle 2 corsie per senso di marcia.

Tra gli interventi, segnalo (e condivido) quella del collega Donini, che sottolinea come non vada bene che un’opera come il casello della Muffa preceda quella della nuova Bazzanese soltanto perché la prima è finanziata e la seconda no: materialmente e razionalmente la priorità è rovesciata. Non possiamo far sì che su un tracciato già congestionato come la Bazzanese attuale vengano a pesare due generatori di ulteriore traffico, come la pedemontana modenese e il nuovo casello, capaci di riversare migliaia di nuovi veicoli (ce ne sono già 35.000 al giorno...).
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