Andrea De Pasquale

luglio 2005

Seduta del 22 luglio


Dedicata ad un Comitato Consultivo convocato sulla richiesta di variante parziale richiesta dal comune di Castel San Pietro Terme. Anche a questa seduta non ho partecipato perche' in ferie.
Per saperne di più: Verbale IV Comm 22-07-2005.pdf

Seduta del 15 luglio


Seduta affidata alla presidenza del mio vice, Marco Mainardi, essendo io assente per ferie. Quattro gli oggetti: 

-  l'approvazione dell'Accordo di Programma Quadro tra la Provincia  di Bologna, il Comune di Bologna, il Comune di Granarolo dell'Emilia, il Comune di Calderara di Reno, le Fonderie  Sabiem s.p.a., le RSU Fonderie Sabiem  e FIM-FIOM e UILM territoriali per la ricollocazione delle unità locali di  Bologna e Granarolo dell'Emilia con accorpamento a Calderara di Ren (vedi consiglio del 19 luglio).

- l'approvazione dell'Accordo Territoriale tra la Provincia di Bologna e i Comuni di Anzola  dell'Emilia, Calderara di Reno, Cravalcore, Sala Bolognese, San Giovanni in Persiceto e Sant'Agata Bolognes, per l'individuazione di ambiti produttivi sovracomunali;

- la convenzione tra la Provincia di Bologna, S.R.M. S.p.A., l'ATC. S.p.A., la Fondazione Cassa di Risparmio in  Bologna e i Comuni di  Argelato, Baricella, Bentivoglio, Castello D'Argile, Castelmaggiore, Galliera, Granarolo,  Malalbergo, Minerbio, Pieve  di Cento, S. Giorgio di Piano, S. Pietro in Casale, per la regolamentazione del servizio  "Prontobus atc" di Pianura per l'anno 2005.

- l'analoga convenzione, stavolta con i Comuni di Anzola dell'Emilia, Calderara di Reno, Crevalcore, Sala Bolognese, S.Giovanni in Persiceto,  Sant'Agata Bolognese per la regolamentazione del Servizio "Prontobus" nell'area dell'Associazione Intercomunale  "Terred'acqua" per l'anno 2005
Per saperne di più: Verbale IV Comm 15-07-2005.pdf

Seduta dell'8 luglio


Seduta "in esterna" a sperimentare di persona - come programmato il 27 maggio - il Servizio Ferroviario Metropolitano: a partire dalla linea Bologna-Portomaggiore, che testiamo sulla tratta Bologna - Molinella e ritorno, sia pure in un orario non critico (le 9.30) e in una giornata non calda. 

Insieme ai consiglieri presenti (8 me compreso) notiamo le seguenti criticità:

- la partenza dal piazzale est, dichiarata in una casella del tabellone, è poco leggibile (e in generale la segnaletica della FBP e' scarsa);

- ci sono vistosi buchi nella carrozzeria (datata 1972) del treno;

- la puzza di fumo di gasolio nella stazione Zanolini;

- i bagni non funzionano, le tappezzerie sono devastate da tagli sul rivestimento e buchi nella gommapiuma, i vetri sono molto sporchi

Disagi tutti che, lo sappiamo, cadono sotto l'obiezione che non si può investire in nuove carrozze diesel quando il futuro della linea è elettrico. Del resto il viaggio è piacevole e solo un poco lento (arriviamo con 4 minuti di ritardo, in 50 minuti: troppi per i 35 km che separano Molinella dal capoluogo), ma è evidente che potendo contare su un cadenzamento affidabile (il che oggi invece non è vero) e su una velocità appena più alta (stando sotto i 40 minuti), la ferrovia diventerebbe davvero competitiva con l'auto privata.

Vi sono però limiti infrastrutturali alla linea che non possono essere giustificati con l'attesa di nuove carrozze elettriche: si tratta delle tratte di raddoppio, in corrispondenza delle fermate, troppo brevi e senza i tronchetti di arresto. Questo costringe i treni che devono incrociarsi (visto il binario unico) a fermarsi, mentre laddove i servizi ferroviari suburbani funzionano (come a Zurigo, i cui sistemi di trasporto su ferro ho potuto visitare proprio il 6 e 7 luglio) la velocità degli incroci è nevralgica per la puntualità e la competitività del treno.

E condizione indispensabile per un incrocio rapido (quindi senza bloccare entrambi i treni) e flessibile (quindi in grado di tollerare e assorbire qualche minuto di ritardo) sono tratte di raddoppio significativamente più lunghe dei convogli, e complete dei tronchetti di arresto (quei binari morti che finiscono contro un terminale, e che servono ad evitare scontri in caso di guasti o problemi allo scambio).

Sulla mancata realizzazione di queste infrastrutture (e, per quanto riguarda la stazione interrata di Zanolini, sulla mancata previsione dello spazio per realizzarle) la FER non può ripararsi dietro l'imminente elettrificazione: occorre rimediare e rimediare in fretta, perchè con questo tipo di raddoppio "millimetrico" ogni ritardo di un convoglio si ripercuote immediatamente su quello che corre in senso inverso, che a sua volta farà saltare l'appuntamento con l'incrocio successivo, e così via a peggiorare l'affidabilità degli orari.

Si conferma dunque che occorre avere oggi la lungimiranza - soprattutto sugli aspetti infrastrutturali - per consentire domani di potenziare e adeguare i servizi ferroviari ad una domanda che sarà prevedibilmente in crescita, stante l'aumento del costo del petrolio, l'aggravarsi del problema ambientale, la crescita della domanda di mobilità a fronte dell'impossibilità di allargare le strade nelle città.

Seduta dell'1 luglio


La seduta di apre con la partecipazione ad un Comitato Consultivo che prende in esame 3 richieste di varianti.

La prima variante normativa è del comune di Granarolo Emilia. A Cadriano, di fronte alla chiesa, si chiede di cambiare la destinazione di una porzione di comparto da Terziario/Commerciale a Residenziale (per problemi di mercato, non essendoci piu' richiesta di superfici di quel tipo). In cambio il Comune chiede un adeguamento degli standard alle richieste piu' esigenti della legge 20/2000. Di fatto la superficie residenziale, gia' prevista in 5.000 mq, passa a 7.000, entro un tetto di 9.000 mq di Superficie Utile, che resta intatto. La provincia ha fatto due riserve, di verificare gli standard e di riservare parte della residua superficie commerciale per l'affitto. Del resto non si ravvisano criticità.

La seconda variante riguarda Crespellano: si propone di allargare il perimetro dell'abitato verso ovest, nel triangolo formato nel punto in cui la Bazzanese diverge dalla linea ferroviaria, trasformando la destinazione di un comparto da produttivo/terziario a residenziale. L'attuatore in cambio realizzerebbe un sottopasso e una rotonda, che permetteranno di superare la ferrovia e di collegare la vecchia Bazzanese con la nuova Bazzanese (quando sarà terminata...) posta a Nord. Proprio la vicinanza del traffico pone alla Provincia problemi di sostenibilità (inquinamento e clima acustico).

Alle domande dei consiglieri riguardo l'impatto sul traffico, si risponde che la destinazione originaria (terziario) avrebbe comportato, se realizzata, un impatto maggiore. L'arch. Sacchetti - membro del Comitato - rileva che occorre preservare anche nel comparto la zona di rispetto (distanza di 50 mt tra le case e le arterie di grande scorrimento) prevista a nord, non solo per il clima acustico, ma anche per lasciarsi la possibilità di intervenire sulla strada (che si candida a diventare un'importante collegamento tra Crespellano e la parte nord, e che potrebbe avere bisogno di nuovi svincoli, sottopassi, ecc.).

L'ing. Paltrinieri contobatte che esiste un problema di frattura del territorio dovuto alla ferrovia, tanto più ora che è stata rimessa in funzione, con incolonnamenti sulla Bazzanese delle auto che devono svoltare a sinistra e trovano i passaggi a livello abbassati. Il vecchio piano regolatore non si è occupato del problema: ora l'unica possibilità è quella di mettere a carico dei comparti la realizzazione di una serie di opere a mitigazione della frattura, tra cui i sottopassi, come quello richiesto all'attuatore di questo comparto, che permetterà - come fa notare il sindaco Gamberini - di marginalizzare il traffico di accesso al centro storico rispetto alla situazione attuale, e che ospiterà anche un percorso ciclopedonale protetto che permette una importante ricucitura tra il territorio a nord e a sud della ferrovia.

Infine un gruppo di varianti nel comune di Marzabotto. Si propone l'individuazione di un nuovo parcheggio pubblico nei pressi della stazione, di una nuova area da destinare a canile (vicino al fiume), la modifica dei percorsi ciclopedonali nella frazione di Pian di Venola, l'ampliamento delle zone per attrezzature religiose nella frazione Gardelletta, e sempre alla Gardelletta la previsione dell'area per il depuratore, con la cornice di rispetto. Tutte sono varianti di interesse pubblico, che non pongono problemi.

Più critiche le varianti richieste nella frazione Lama di Reno, che ha un'area urbanizzata sottoposta a rischio di esondazione trentennale (a fine anni '90 fu proprio allagato). La soluzione (di barriere di protezione, che si aggiungeranno al progetto di innalzamento del ponte, già finanziato) ha un costo di 400.000 Euro, che verrebbero trovate prevedendo un nuovo insediamento urbanistico, su 27.000 mq di ST, su cui verrebbero realizzati 9.000 mq di superficie complessiva (circa 100 alloggi). La frazione è dotata di fermata SFM, a 300 metri di distanza dal nuovo comparto, come chiarisce il sindaco Masetti.

Nel prosieguo della Commissione ci viene presentato lo studio di fattibilità di variante alla Via Emilia nel tratto tra San Lazzaro e Imola (la famosa "complanare"). L'obiettivo è quello di sgravare la via Emilia, che di fatto è diventata una strada urbana, e come tale va vista in prospettiva, spostando fuori il traffico di attraversamento. La provincia ha ultimato la progettazione (curata dal settore viabilità e dal prof. Bucchi dell'Università di Bologna), di un tratto di totali 22 km per un costo di 189 milioni di Euro.

La prima preoccupazione dello studio di fattibilità è quella di rendere credibile l'opera. Il potenziamento del corridoio "Via Emilia" è necessario vista la congestione dell'A14, la trasformazione della via Emilia in strada urbana, l'insufficienza della strada di Colunga. Vi è poi un altro motivo strategico, che il corridoio "via Emilia" fa da cerniera tra il corridoio 1 (Amburgo - Bologna - Roma - Calabria - Sicilia) e il corridoio 8 (Adriatico dalla Puglia al Veneto poi verso Istambul).

Di fatto, con questo studio la Provincia di Bologna conclude la parte di propria responsabilità: ora tocca ad ANAS. Lo studio prevede che la variante proceda a fianco dell'A14, tranne che accanto allo svincolo di Castel San Pietro, e avrà 9 svincoli: sulla Strada Provinciale 28 Croce dell'Idice (in comune di San Lazzaro), sulla SP 48 Castelli Guelfi in comune di Ozzano, sulla strada comunale San Giovanni, sulla strada comunale Mori e sulla strada provinciale 19 San Carlo, tutti in comune di Castel San Pietro, sulla strada provinciale 30 Terentola, in comune di Dozza, e infine sulla Strada Comunale Correcchio, sulla strada provinciale 610 Selice, e sulla SP 54 Lughese, tutti in comune di Imola.
Per saperne di più: Verbale IV Comm 01-07-2005.pdf
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