Andrea De Pasquale

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ottobre 2004

Consiglio del 26 ottobre


Appassionata la presentazione del programma di mandato (allegato in un fascicolo da 70 pagine!) da parte della presidente Draghetti, che non manca di ricorrere ad espressioni del parlato quotidiano per sottolineare la propria piena convinzione rispetto ai contenuti del testo presentato.

Nella successiva raffica di interrogazioni e interpellanze, ne segnalo due, una mirante a capire se e come la Provincia pratichi la raccolta differenziata all'interno dei propri uffici, l'altra se utilizzi, per il proprio parco automobilistico, pneumatici ricostruiti.
Sul primo punto vi è una attività in embrione, e la volontà di estenderla. Sul secondo invece non vi sono nè pratiche, nè prospettive a breve, stante la convinzione che il pneumatico ricostruito sia meno sicuro di quello nuovo. L'interrogante (consigliere Sabbioni, FI) ha potuto facilmente obiettare che, se esiste un problema di sicurezza, bisognerebbe vietare la produzione e la vendita di tali pneumatici, che invece hanno pure un loro mercato...

Due le delibere, una relativa all'accordo tra Anas, Regione e Provincia per l'individuazione di un'ipotesi di tracciato della cosiddetta "complanare" tra Imola ed Osteria Grande (salutata con un "finalmente!" dall'intero consiglio, che ha approvato all'unanimità); l'altra relativa all'adesione della Provincia all'Associazione Nazionale Italiana Città amiche dell'Infanzia e dell'Adolescenza.

Tra gli ordini del giorno, uno relativo alla gravità delle situazione in cui versano i carcerati, stante il sovraffollamento e gli scarsi rapporti con il territorio, che è stato pure votato all'unanimità. Uno, proposto dall'opposizione, riguardo gli Oratori, respinto (9 favorevoli, 20 contrari), e seguito a ruota da un'altro presentato dalla Margherita, lievemente difforme ma in grado di raccogliere l'appoggio di larga parte della maggioranza (16 voti favorevoli, 3 contrari, tra cui i due consiglieri di Rifondazione e Vania Zanotti dei DS, e 10 non partecipanti al voto).
Per saperne di più: Verbale Consiglio 261004.pdf

Consiglio del 19 ottobre


Consiglio monotematico, dedicato alla condizione anziana, e aperto (non semplicemente pubblico, come è sempre, ma con la possibilità di intervenire da parte del pubblico). Peccato che ci fossero pochi partecipanti esterni, solo 4 rappresentanti sindacali dei pensionati. Si sarebbero potute chiamare ben più cospicue rappresentanze dell'universo della terza età presente in Bologna e provincia...

Molto interessante la fotografia scattata dall'assessore Barigazzi sulla condizione degli anziani nel nostro territorio, a partire dall'invecchiamento della popolazione, uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo.
Se il fenomeno interessa tutti i paesi sviluppati, tocca a Bologna punte d'avanguardia. A fronte di una media nazionale del 18,7 % di anziani sopra i 65 anni, e di una media regionale del 22,4 %, in provincia di Bologna la quota è del 23,5 % (dati 2003).

Le persone oltre gli 80 anni sono ben il 6,6 %: in termini assoluti, ci sono 61.748 persone che superano gli 80 anni di età, nella Provincia di Bologna. La distribuzione sul territorio vede Bologna città in testa per concentrazione di anziani over 65, con un 26,6%. In 10 anni (1991-2001) le persone ultraottantenni sono aumentate del 26%, mentre i ragazzi da 0 a 14 anni sono diminuiti del 10%. La popolazione complessiva è aumentata dell'1,9%. Queste semplici tre cifre spiegano bene la tendenza. In Italia, nel '91 le provincie in cui gli anziani (over 65) superavano i giovani (under 20) erano 17, dieci anni dopo erano 55. Proiettando questi dati al 2010, ci attendiamo un aumento del 45% degli anziani ultraottantenni, che diventeranno in Italia quasi 3 milioni e mezzo.

D'altro canto il compimento dei 65 anni vede le persone sempre piu' attive, tanto che nel nostro territorio si contano oltre 100 associazioni culturali e 58 di volontariato che riuniscono anziani. L'invecchiamento vero e proprio, ovvero la fase involutiva, si vive generalmente più avanti, tra i 75 e gli 80 anni, quando inizia la perdita di autosufficienza. Se consideriamo che la metà degli anziani (over 65) è composta da ultrasettantacinquenni (11,5%), e che un terzo di questi vive sola, si capisce perche' questi cosiddetti "grandi vecchi" rappresentino l'84% degli utenti dei servizi residenziali, che si trovano ad avere a che fare con persone sempre più vecchie.

Un'altra caratteristica che emerge è la debolezza della rete familiare, che impedisce all'anziano di permanere al proprio domicilio quando perde, anche parzialmente, la propria autosufficienza. Si tratta da un lato di una debolezza oggettiva delle famiglie, che per 2/3 nella nostra Provincia sono costituite da meno di tre persone, e dei servizi pubblici, che faticano ad aiutare la famiglia con a carico un anziano. Sintomi di questo è la diffusione del ricorso alle assistenti familiari, le cosiddette badanti, testimoniata dal fatto che circa la metà delle 6.400 domande di regolarizzazione presentate in occasione della sanatoria Bossi/Fini provieneproprio da colf e da badanti (Questura di Bologna).

La famiglia, dunque, pur rimanendo la principale risorsa di aiuto e di assistenza, mostra delle crescenti difficoltà, non compensate dal ruolo pur importante delle strutture di solidarietà, quali il volontariato e l'associazionismo sociale. Un dato CENSIS ci dice che la presenza di un anziano non autosufficiente ha un effetto di trascinamento negativo sulla situazione delle famiglie, perché determina costi aggiuntivi diretti e indiretti; e i dati del CENSIS rilevano che nel 58 % delle famiglie in cui vivono anziani non autosufficienti, dopo l'insorgere della loro malattia invalidante, si sono registrati mutamenti rilevanti nella vita affettiva, in quella professionale, nella situazione economica e/o nella salute anche degli altri membri del nucleo famigliare.

Articolate le risposte fornite nel territorio della Provincia: dai piani di zona (passati dai 102 milioni di Euro del 2003 ai 112 del 2004, al netto dei costi sanitari) agli sportelli sociali, dai 206 presidi sul territorio (tra pubblici e privati, per un totale di 7.500 posti), al Servizio di Assistenza Domiciliare, presente in 59 comuni e con 3.600 utenti, fino all'assegno di cura a sostegno delle famiglie (2.300 nel '99, 3.900 nel 2003).

In sintesi, questi servizi sono sempre più orientati non semplicemente a fornire assistenza a chi ha perduto l'autonomia, ma a favorire le relazioni e l'integrazione con il proprio ambiente, sostenendo la domiciliarità e la permanenza dell'anziano nel proprio contesto di vita, e quindi il mantenimento dell'autonomia. L'obiettivo è alzare il tasso di assistenza a domicilio dall'1,5% attuale fino all'11% tipico dei paesi del nord europa.

In conclusione, la situazione della terza età è molto differenziata: non si possono accomunare persone attive e sane, cioè che hanno appena lasciato il lavoro, con persone anziane non più autosufficienti. E il confine che le divide è imprevedibile e soggettivo, non calcolabile sulla base dell'età. Gli anziani sono anche una grande risorsa, per le nostre comunità e per le nostre famiglie, un supporto insostituibile nella cura dei bambini e nell'aiuto domestico; e sono tanti gli anziani che sostengono le associazioni di volontariato o le associazioni di promozione sociale.
Per saperne di più: Verbale Consiglio 191004.pdf

Consiglio del 12 ottobre


Il consiglio si apre con la risposta ad una interpellanza del consigliere Leporati (FI) sulle azioni messe in campo da ATC al fine di facilitare l'accesso ai mezzi pubblici ai portatori di handicap. Dalla risposta (scritta) il consigliere ricava un giudizio severo sul comportamento di ATC, accusata in sostanza di disinteressarsi di questo tipo di utenza.

Il momento più interessante del consiglio è costituito dalle relazioni degli assessori alle Attività Produttive (Pamela Meier) e alla Istruzione, Formazione e Lavoro (Paolo Rebaudengo) sullo stato dell'economia e dell'occupazione nel nostro territorio.
Davanti alla grande crescita dell'Asia, il nostro sistema produttivo entra in crisi. Le aziende che sul territorio hanno in atto processi di mobilità o cassa integrazione sono state 45 nel 2001, 57 nel 2002, 54 nel 2003 e ad oggi 43 nel 2004.
In questo momento sono aperte procedure per 259 lavoratori dichiarati in esubero, riferiti a 15 aziende.


Nell'industria continua la preferenza per la manodopera maschile, mentre nei servizi prevale quella femminile. Cresce del 23% l'impiego part time.
Le figure professionali più richieste sono operai specializzati, addetti agli impianti, addetti alle vendite, operatori per servizi alla persona. Le figure professionali non qualificate trovano collocazione in modo sempre più difficoltoso, e solo nelle grandi aziende (che sono poche).
Vi è un tasso di disoccupazione basso, pari al 2,3 % (1,6 per i maschi, 3,1 per le femmine), che fa classificare la situazione bolognese sostanzialmente di piena occupazione. A livello regionale il tasso e' del 3,1 e oltre al 10 a livello nazionale. La provincia di Bologna si distingue quindi positivamente. I 412 mila occupati in provincia contengono un 45% di donne. 302 mila sono dipendenti, 110 mila sono autonomi (in forte crescita, del 4% annuo).

Sulle problematiche del lavoro la provincia è storicamente presente con i Centri di servizio per l'impiego, che sono una risorsa molto preziosa per il mondo del lavoro. Questi centri gestiscono circa 120 mila avviamenti all'anno (non persone, ma avviamenti: una persona ne può fare diversi in un anno). L'approdo a tempo indeterminato è di circa 50 mila all'anno, 30 mila sono a tempo determinato, quelli di somministrazione (precari) sono cresciuti molto, intorno ai 20 mila all'anno. I restanti sono di causa mista (tra lavoro e formazione).
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Problema di sicurezza sul lavoro: l'ultima vittima è di pochi giorni fa. Vi è certamente una scarsa formalizzazione delle misure di sicurezza, ma soprattutto uno scarso controllo sull'attuazione di queste misure. E' sconfortante sentire dal responsabile della ASL che solo il 3,7% delle aziende è coperta dal controllo. Nei lavoratori interinali, la legge lascia nell'ambiguità le responsabilità in materia di sicurezza dei lavoratori (tra agenzia e impresa utilizzatrice). Si sono registrati 28 mila infortuni nel 2003, dato analogo a quello del 99; in mezzo una punta di 29 mila nel 2000, scesi a 24 mila nel 2001 e 2002. Di questi circa 30 mortali all'anno. Dopo l'edilizia sono i trasporti e la meccanica i settori più pericolosi.

Questa mattina (11 ottobre), a Palazzo Malvezzi, gli assessori alle attività produttive provinciale, regionale e comunale hanno convocato le organizzazioni sindacali per una verifica della situazione della Manifattura Tabacchi di Bologna di proprietà della società inglese Bat. I rappresentanti delle istituzioni pubbliche bolognesi hanno espresso la solidarietà ai dipendenti in lotta e constatato come la Bat stia tentando di fare passare un nuovo piano industriale che prevede l'azzeramento degli stabilimenti di Bologna e di Scafati, in provincia di Salerno, in netto contrasto con il piano industriale presentato al Governo italiano all'atto dell'acquisto dello stabilimento bolognese. Su questi temi ho ritenuto opportuno fare un breve intervento. 

La seduta ha avuto una coda "calda" grazie ad un ordine del giorno presentato da Forza Italia, nel quale si chiedeva di collocare a Monte Sole una targa commemorativa di Don Tiso Galletti, sacerdote ucciso il 9 maggio 1945 da squadre di sedicenti partigiani, nel clima di vendette seguite alla liberazione, figura alla quale il Consiglio Comunale di Imola ha deciso all'unanimità di dedicare un luogo pubblico. La richiesta e' stata respinta per la ragione che Monte Sole è riservato alla memoria di vicende e persone intimamente legate al luogo, tra cui i due sacerdoti Luciano Gherardi e Giuseppe Dossetti, ivi sepolti per il profondo legame esistenziale e spirituale con questa terra. La richiesta della Margherita, ben espressa dall'intervento di Fabrizio Castellari (vedi verbale) e' stata quella di ripresentare l'ordine del giorno privo di riferimenti a Monte Sole, affinché il consiglio potesse prenderlo in considerazione. Purtroppo tale invito non e' stato accolto, e l'odg è stato presentato e quindi respinto dalla maggioranza dell'aula.

Purtroppo è apparso stonato l'intervento dei due esponenti di Rifondazione Comunista, che hanno voluto aggiungere, a motivo del voto contrario all'Odg, ombre e dubbi sulla figura del sacerdote ucciso, rifacendosi ad una lettura manichea della guerra di liberazione, per cui chi stava "dalla parte giusta" appare sostanzialmente giustificato per qualsiasi condotta, a differenza di chi stava "dalla parte sbagliata". Una lettura storica inaccettabile.
Per saperne di più: Verbale consiglio 12 ottobre.pdf

Consiglio del 5 ottobre


L'elenco degli oggetti si presenta con 21 tra interpellanze e interrogazioni. Tra queste alcune toccano temi anche interessanti, come quella sulla quantità di cinghiali abbattuti negli ultimi anni nella provincia di Bologna (circa 2.000 all'anno) e introiti derivati della vendita della carne (circa 60 mila euro all'anno), altre sono invece di natura molto locale o particolare (ad esempio sullo stato dei lavori sul ponte che collega Calderino a Ponte Rivabella). Alcune di queste verranno, nel corso del Consiglio, rinviate o ritirate.
Viene approvata a maggioranza, con l'astensione dell'opposizione, una delibera relativa all'approvazione degli schemi di convenzione tra la regione Emilia Romagna e la Provincia di Bologna rispetto alla valorizzazione della risorsa Montagna (a favore la maggioranza, astenuta l'opposizione).
Si accende il dibattito su un ordine del giorno proposto dalla maggioranza che critica il taglio dei fondi operato dal Governo nei confronti dell'ANPI (associazione di ex Partigiani).
Un dibattito un po' scontato, nel quale ciascuna parte sembra parlare allo specchio, come a rafforzare le proprie convinzioni, chi leggendo nel "taglio perpetrato dal governo" una negazione dei valori fondativi della Repubblica e un intento di revisionismo storico, chi riaffermando che la resistenza non è stata solo di sinistra e non deve pertanto essere ulteriormente strumentalizzata per fini di politici di parte.
Per saperne di più: Verbale 5 ottobre.pdf
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