Andrea De Pasquale

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Dopo Cofferati

Giovedì 9 ottobre il sindaco Sergio Cofferati annuncia a sorpresa che non si ripresenterà alle elezioni amministrative del 2009. Ai tanti amici che mi chiedono un parere rispondo con la nota che segue.

L'abbandono di Cofferati. Un difetto e due meriti.


Bologna, 10 ottobre 2008

La scelta di Cofferati ha un difetto e due meriti. Il difetto è che risulta tardiva (dopo la disponibilità data a giugno e ribadita a settembre, il suo cambio di programma ha decisamente spiazzato innanzitutto i suoi fedeli, oggi oggettivamente meno credibili, ma anche lo stesso vertice del PD). I meriti sono la nettezza con cui ha posto fine al conflitto tra due impegni (padre a Genova e sindaco a Bologna) difficilmente compatibili se presi sul serio (e lo ha fatto assumendo su di sè il peso della scelta tra carriera e famiglia, anziché caricarla, come solitamente avviene, sulle spalle della madre), e l'avvedutezza con cui ha fiutato che l'aria in città non era a lui così favorevole come alcuni suoi sostenitori (sinceri o interessati) la dipingevano.

La rinuncia di Cofferati a ricandidarsi costituisce a mio giudizio una opportunità positiva per il PD bolognese, che può oggi tornare ad essere un partito normale, ed aprire una fase di un confronto sereno, superando il blocco dovuto al timore reverenziale e all'eccesso di zelo con cui si è voluto (improvvidamente) sottrarre il sindaco e le sue scelte amministrative ad ogni discussione interna. Una iper-protezione che alla lunga ha finito per indebolirlo e renderlo estraneo alla città.

Confido che ora il partito sappia ripartire da un ascolto vero e disincantato dei cittadini, per costruire una proposta amministrativa aggiornata alle esigenze di Bologna, in continuità con le buone pratiche dell'esperienza Cofferati e in discontinuità con quelle meno buone.

Le primarie si confermano la strada maestra per questa operazione di confronto e infine di selezione democratica delle persone più adatte a portare avanti una proposta amministrativa credibile, orientata al bene comune della città.

Allo scetticismo verso le primarie di chi, come Zamboni, afferma "il Pci non ha mai avuto bisogno di sistemi strani per trovare un candidato autorevole", ricordo che la stranezza a cui si fa riferimento ha un nome: democrazia. Se rispetto la nostalgia di alcuni compagni di strada per il "vecchio" PCI, suggerisco però di non assumerlo a modello per il "nuovo" Partito Democratico. Al contrario, credo che oggi la selezione della classe dirigente debba sempre più fare i conti con meccanismi fisiologici di competizione interna, ai partiti o alle coalizioni, per favorire un minimo di ricambio, contenere la tendenza delle gerarchie di partito ad autoconservarsi, e riavvicinarle alla sensibilità dei cittadini.

Quindi, concludendo: un grazie a Cofferati per avere tratto la conclusione più opportuna, e ai miei dirigenti di partito un invito ad andare avanti con coraggio sulla strada della libera discussione e della selezione democratica dei candidati. 

Andrea De Pasquale
consigliere provinciale
presidente IV Commissione "Pianificazione, Trasporti, Viabilità"
Provincia di Bologna
www.andreadepasquale.it
Per contattarmi: scrivi@andreadepasquale.it - Per ricevere il mio rendiconto mensile: aggiornamenti@andreadepasquale.it
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