Andrea De Pasquale

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Luglio - settembre 2007 (1 intervento)

Intervento nel dibattito su Romilia del Consiglio del 7 settembre 2007


Grazie signor Presidente e colleghi.
Mi attacco a queste ultime parole, che condivido con Vigarani, anche se apprezzo il fatto che Mattioli nell’intervento precedente ha reinterpretato la
espressione sottosviluppo rispetto alla lettura di
stamattina, distaccandosi in questo senso dalla collega
Labanca e dicendo: "no non parlo di terzo mondo".

Quindi, sono soddisfatto del chiarimento di Mattioli con il quale su alcune cose sono d’accordo, per esempio il ragionamento sulla ferrovia e
sulle scelte di investimento sulle varie tratte di portata,
a mio giudizio merita tutta l’attenzione del nostro lavoro
amministrativo. Però torno a bomba su Romilia, e la
faccio breve perché anche io, come ha detto Vigarani prima,
ho la sensazione di assistere un po' ad una ripetizione,
cioè le argomentazioni che stiamo usando oggi non sono
tanto dissimili da quelle usate il 31 di luglio, per chi è
intervenuto e chi era in Commissione, né il 28 di febbraio
che eravamo di nuovo in quest'aula, però con le tre
Commissioni congiunte... cioè non siamo molto evoluti, direi.

C'è chi ha sposato, ha abbracciato ed è una cosa sola con le
tesi del proponente Cazzola, per cui tutto ciò che è stato
proposto nel progetto Romilia è bellissimo, e va bene
comunque... e sono le tesi degli amici, dei colleghi che ho
sentito anche oggi, quindi senza distinguo, senza capacità
magari di dire alcune cose vanno bene e altre magari si
possono discutere. E poi vi sono invece tutti i mali
possibili da parte invece della Maggioranza che è becera e
incapace di cogliere le opportunità, si è trincerata dietro
il PTCP.

Allora anche io devo ripetere alcune cose, perché
altrimenti qua ogni volta sembra che non sia successo nulla
in questi sei mesi.

Comincio dal discorso del 31 luglio. La critica che
c’era da parte dei colleghi di Centrodestra, e sui giornali
da parte dei proponenti, era sulla lentezza della politica.
Ci avremmo messi anni a prendere delle decisioni, sarebbe
stata una cosa defatigante, forse non valeva neanche la
pena a stare a aspettare la sentenza. La Giunta ha detto:
ci metteremo due mesi se ci consegnate i materiali, in due
mesi, cerchiamo di farcela, i materiali sono arrivati alla
fine di maggio, se non vado errato, e alla fine di luglio,
cioè in 60 giorni, gli uffici tecnici e la Giunta hanno
espresso la loro opinione: hanno fatto male? dovevano
essere più lenti? Dovevano arrivare a ottobre perché così
non era 31 luglio? Allora la critica era un'altra, era quella
della lentezza. Stavolta lenti non siamo, non sono stati.

Poi, andiamo pure avanti, c'è il tema della
soddisfazione, qualcuno è stato soddisfatto perché è stato
bocciato Romilia, io in questo mi associo a Vigarani, la
mia personale soddisfazione non è perché è stato bocciato
Romilia, ma perché non siamo caduti in alcune trappole,
non sono state credute alcune bugie, vogliamo dire alcune
informazioni fraudolente che erano state date sia a livello
giornalistico, di comunicazione, poi ampiamente riprese in
quest’aula, perché, e vi faccio alcuni esempi numerici, era
difficile credere a una capacità attrattiva di un
inserimento come Romilia di soli 6.000 utenti per un
sabato, quando comparti simili ne fanno cinque volte tanto,
e questo è solo un esempio.

Era difficile credere, quando ci fu presentato il progetto, a due milioni accessi anno previsti, infatti, sono diventati tre milioni, poi cinque
milioni, nel giro di quattro mesi. Quindi anche qui, ballare continuamente con i numeri non fa bene, e capisco che sia comodo, cari colleghi di
Forza Italia, Alleanza Nazionale evitare il confronto nel
merito e dire: è stata sicuramente una posizione politica
prevenuta, avete messo i tecnici a servizio di una tesi
precostituita. Certo in questo modo avete il vantaggio di
non dover entrare nel merito delle singole critiche, delle
singole affermazioni tecniche che sono state portate a
supporto del giudizio di incompatibilità, perché se invece
li andiamo a vedere questi giudizi, non sono giudizi
basati... (e l’ho già detto anche in Commissione, lo ripeto):
non si parte nemmeno dal fatto che il PTCP dice certe cose,
si parte da un giudizio di realtà, cioè del fatto che per
esempio non è vero che Romilia era a 14 minuti da Bologna,
come qui su quei banchi i proponenti hanno detto, non era
vero, semplicemente era una bugia, e così avanti con tante
altre che sono state dette.

La soddisfazione è limitata al fatto che una volta
tanto, no, capita, grazie a Dio anche abbastanza spesso, la
politica e i tecnici hanno saputo andare sotto alla
facciata di marketing del progetto per andarne a stanare la
sostanza.

Come ha detto, giustamente il collega Gnudi, mancava la
credibilità di un piano industriale, non è vero che avrebbe
apportato tutto questo sviluppo, perché è chiaro che
ascoltando la pubblicità uno può credere a tutto, abbiamo
tanti prodotti che vengono pubblicizzati, però era
difficile poi pensare che ci fossero solo i lustrini e non
le spine anche. Alcune di queste sono state ampiamente
citate sia in questo dibattito sia nel dibattito del 31 di
luglio in Commissione.

Per stringere al massimo e arrivare al punto che spesso
gli amici di Forza Italia citano, cioè il fatto che i
proponenti avrebbero investito questi famosi 45 milioni di
euro in infrastrutture per il territorio, io rammento che
il conto fatto dagli uffici tecnici e dall’Amministrazione
era questo, 45 si danno, 95 si chiedono, nel senso che
l'impatto sarebbe costato 95, come ho già detto in
Commissione io sono disposto a fare patti con chiunque in
cui io do 45 e l'altro mi dà 95, credo che da
amministratori accettare un patto del genere sarebbe stato
un pessimo servizio all'interesse pubblico e all'interesse
collettivo, perché questi sono i numeri.

Infine, sul discorso economico, anche qua, tutte le
opportunità... Beh, io ho già rinviato tante volte, spero poi
che si arrivi a fare una discussione vera su quelle che
sono le vere opportunità lavorative, e non semplicemente
degli spostamenti di manodopera e della precarizzazione di
manodopera, perché i 3 mila posti (che poi a volte erano 2
mila e a volte erano 3 mila, lasciamoli a 3 mila), in gran
parte, andando un pochino a raschiare sempre questa
facciata holliwoodiana, erano parcheggiatori temporanei,
forse venditori di panini, distributori di volantini
pubblicitari all'ingresso dei parcheggi, cioè non la vedo
una prospettiva occupazionale qualificata, non la vedo una
prospettiva occupazionale, non la vedevo, collegata alle
eccellenze industriali del territorio.

Parliamoci chiaro, Romilia era un'astronave che si posava lì perché costava
meno che posasse altrove, ma non è che attivasse grandi
collegamenti con il tessuto artigianale, industriale
esistente sul territorio di Bologna.

Quindi io non credo che sia possibile assumere questa
posizione manichea per cui tutto il bene stava nel
progetto, tutto il male sta in chi l'ha rifiutato. E ripeto
quanto detto in Commissione, se anche il PTCP non ci fosse,
non esistesse, le questioni numeriche resterebbero tutte
sul campo: noi potremmo anche far finta di non avere il
PTCP, però le imprecisioni addotte, le forzature contenute
nelle previsioni di traffico etc. etc. del progetto, stanno
davanti a noi, anche se non ci fosse il PTCP, perché non è
che ci siano nel PTCP scritto che una cosa di quelle
dimensioni attiva 30 mila anziché 6 mila visitatori, sta
nei dati di realtà di tutta Europa, quindi prima di dire: è
tutta colpa del PTCP (tra l'altro mi fa piacere che viva e
sia in vigore e prosperi anche, anzi mi auguro che sempre
più dia ordine allo sviluppo territoriale di tutto il
nostro territorio), però anche se non ci fosse questo
strumento, bisogna dire che i numeri non tornavano, bisogna
dire che i conti economici a vantaggio della collettività
non tornavano.

Quindi anche un amministratore privo di uno
strumento prezioso e importante come il PTCP, che avesse
approcciato in maniera laica, quindi asettica, onesta
quelli che erano i contenuti della proposta, avrebbe anche
senza PTCP dovuto essere molto cauto a dire: è una bella
cosa, andiamo avanti, Perché, come tutti potete vedere
dalle motivazioni che gli Uffici tecnici hanno addetto, non
si dice: questa cosa non va bene perché il PTCP è
contrario, si dicono che queste cose non vanno bene perché
non vanno bene nella realtà, cioè non accade da nessuna
parte che le cose che sono scritte nel progetto si
realizzino, dopodiché noi abbiamo anche l'aiuto e il
supporto di un PTCP che ci permette di ragionare non
soltanto su Medicina, ma su tutto l'equilibrio territoriale
che sta intorno.

Quindi io ritengo, per usare le parole che ha usato il
Consigliere Donini nella Commissione, che siano condivisibili e difficilmente
confutabili le vallutazioni tecniche che stanno dietro al giudizio di
incompatibilità che è stato dato il 31 luglio dalla Giunta.

Per quanto riguarda i tempi io non entro in polemiche,
credo che quando l'Amministrazione riesce a esprimersi in
maniera chiara, rapida e non ambigua, non portando così
avanti le decisioni, c'è comunque da essere soddisfatti al
di là del fatto che tifavamo per l'una o per l'altra
ipotesi. Io personalmente ribadisco la mia soddisfazione
perché credo che uno strumento di pianificazione come il
PTCP, se avesse cessato di essere vigente davanti alla prima
proposta un po' grossa, un po' macroscopica, come
auspicavano alcuni colleghi della Minoranza, credo che
sarebbe stato uno strumento perfettamente inutile, che da
quel momento in avanti nessuno più avrebbe potuto opporre a
qualsiasi tipo di appetito edificatorio. Questa volta
invece è accaduto che, prima l'ho detto, per ragioni
sostanziali indipendenti dal PTCP e poi anche per una
lettura approfondita degli obiettivi e degli strumenti del
PTCP, la Provincia di Bologna ha detto: così non si può
fare.

Quindi a questo punto trovo che l’insistere dicendo che
è stata una congiura, è stato un problema - avete detto
altre volte - di cedimento alla sinistra radicale (io non
sono di sinistra radicale, purtroppo gli amici di sinistra
radicale vera lo sanno bene, litighiamo spesso...) però direi
che i dati di fatto erano tutti da una parte, poi possiamo
continuare a raccontarci e a raccontare ai giornali che
invece è andata così, che era il progetto che avrebbe
salvato il nostro territorio dal declino, però io invito
un'ennesima volta a uscire dall'ideologia, a andare a
vedere i fatti, e a provare a guardare laicamente a quelli che sono i dati di fatto oggettivi che questa proposta conteneva e che gli Uffici
tecnici della Provincia hanno, in maniera molto corretta e
credibile, a mio giudizio, argomentato.
Grazie.
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