Andrea De Pasquale

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febbraio 2006

Seduta del 23 febbraio


Originariamente dedicata alla Situazione del Settore bieticolo alla luce dell’approvazione della Rifosull’O.C.M. dello zucchero, diventa in realtà una audizione della società SFIR, alla luce della decisione della stessa di chiudere l'attività saccarifera nello zuccherificio di San Pietro in Casale, mantenendo invece attivo un impianto in Veneto.

In commissione intervengono i sindacati dei lavoratori dello zuccherificio e i rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori, auspicando che la scelta aziendale non significhi la chiusura dell'impianto, che potrebbe invece essere riconvertito alla produzione di energia da biomasse agricole.

Seduta del 16 febbraio


Dedicata alla programmazione dei lavori: non ho partecipato per precedenti impegni lavorativi.

Seduta del 9 febbraio


Dedicata alla visita  all'impianto di compostaggio situato a San Pietro in Casale, di proprietà di Compagri Spa.

Interessante soprattutto il fatto che il compostaggio altro non è che l'accelerazione di un processo naturale (dovuto all'azione dei batteri), che porta a trasformare rifiuti organici (in special modo agricoli, alimentari, risulta di potature e sfalci) in ottimo concime.

Il problema principale del compost è la distribuzione, che richiede macchine agricole diverse da quelle adatte alla distribuzione dei concimi tradizionali (che sono granulari, mentre il compost è polveroso). Succede quindi che gli agricoltori o non riescono a spargerlo, oppure devono comprarlo in formato "granulare", che costa però diverse volte di più del formato originale.

La soluzione sembra essere nel noleggio di macchine agricole adatte allo spandimento di compost come servizio associato alla vendita di compost.

Seduta del 3 febbraio


La Commissione viene convocata presso il Consorzio Agrario di via Mattei per partecipare al Convegno "Energie rinnovabili da biomasse: nuove opportunità di coltivazione".

La sala, capace di 250 posti, non riesce assolutamente a contenere gli almeno 500 intervenuti (imprenditori agricoli in gran parte, ma anche operatori del mondo dei servizi all'agricoltura, qualche amministratore).

Il tema è molto interessante, vista da un lato la crisi di redditività della produzione agricola tradizionale, e dall'altro la crescita dei costi energetici e il bisogno di fonti rinnovabili. Produrre carburanti e altre forme di energia dai campi appare dunque una possibile soluzione a 3 problemi.

Il timore degli agricoltori, per quello che ho potuto capire, è quello però di "tirare la volata" a produzioni estere anche in questo campo. Una volta creato il mercato, magari con produzione locale, il rischio è che anche qui si presentino produttori remoti capaci di costi molto più bassi, riproducendo quindi domani sull'energia gli stessi problemi che abbiamo oggi sulle barbabietole o sui cereali.
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