Andrea De Pasquale

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giugno 2005

Seduta del 30 giugno


Dedicata ad una udienza conoscitiva in merito alla situazione e alle prospettive future dell'apicoltura nel territorio provinciale.

La provincia di Bologna da sola produce circa il 3% del miele nazionale (360 mila tonnellate di media all'anno, 290 mila nel 2004, per un valore stimato in circa 1 milione di Euro).

Ma l'apicoltura riveste una grande importanza non solo dal punto di vista imprenditoriale (come integrazione al reddito degli agricoltori, visto che difficilmente è in grado di reggersi da sola), ma anche ambientale, per la funzione dell'impollinazion, e agricola, per il supporto che l'impollinazione offre a certe colture.

Tra i problemi aperti ci sono quelli del nomadismo (che se incontrollato porta a concentrazioni eccessive in certe aree), e dell'avvelenamento da fitofarmaci.

Seduta del 9 giugno


Dedicata ad approfondire il tema delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. La relazione introduttiva, curata dall'ing. Delpiano, parte dai fondamenti legislativi regionali che richiedono l'individuazione di ambiti produttivi di livello sovra-comunale, e il fatto che questi ambiti diventino ecologicamente sostenibili.

I problemi urbanistici dovuti alla dispersione produttiva (circa 200 aree produttive in provincia) si riflettono infatti non solo sulla vivibilità del territorio, ma anche sulla competitività aziendale. Senza contare i costi di gestione, per le singole aziende, degli aspetti di compatibilità ecologica (trattamento rifiuti, acque, ecc.), che diventano molto più facili se governate da un gestore unico per tutto l'insediamento produttivo.

Da qui allora la previsione, nel PTCP, dei 14 ambiti di sviluppo produttivo (tutti collocati in posizioni ben servite dalla viabilità), e della necessità di organizzarli ad Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate a Gestore Unico, alcune delle quali sono già state recepite negli accordi intercomunali della valle dell'Idice e dei 5 castelli.

La normativa prevede un meccanismo premiale del 30% della superficie utile per gli insediamenti interni alle APEA, a bilanciare il costo extra di realizzazione. Le APEA si distinguono in aree di nuovo impianto (per le quali occorre individuare il soggetto gestore delel infrastrutture, dei servizi e delle atttrzzature in dotazione alle are stesse,), e le aree esistenti (per le quali occorre definire un programma ambientali e iniziare gradualmente a realizzarlo).

Tra i requisiti prestazionali, le reti fognanti devono essere efficienti e adeguati, il fabbisogno idrico deve essere adeguato alle disponibilità ed essere efficiente (per consumarne il meno possibile), l'accessibilità territoriale non deve pesare su infrastrutture congestionate. Deve inoltre essere escluso il prelievo idrico in falda, e deve essere prevista la separazione tra reti di raccolta acque meteoriche ed acque fognarie. Devono essere previsti spazi e impianti d'area per il recupero, il riuso e lo smaltimento dei rifiuti. Devono esserci impianti elettrici e gas orientati al risparmio energetico e alla riduzione dell'inquinamento luminoso.

Sul piano paesaggistico, deve essere mitigato l'impatto sul contesto urbano o rurale, l'impatto acustico e quello elettromagnetico.
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