Andrea De Pasquale

gennaio 2008

Seduta del 25 gennaio


Dedicata alla presentazione dello studio di fattibilità della bretella di collegamento autostradale tra valle del Reno e valle del Setta: lo studio, redatto dal prof. Alberto Bucchi (università di Bologna), ci viene presentato dall'ing. Biagetti, dirigente del settore viabilità della provincia di Bologna. Sono presenti in commissione i comitati promotori della bretella, già ascoltati in questa commissione il 24 novembre 2006.

La prima ipotesi (denominata A1 e B1) era di collegare Vergato con il casello di Rioveggio, sul vecchio tracciato autostradale. In corso d'opera lo studio ha fatto emergere come migliore la scelta di collegarsi invece al nuovo tracciato (Variante di Valico), denominata soluzioni A2 e B2.

Le soluzioni A prevedono un collegamento esclusivamente autostradale, mentre la soluzione B prevede il collegamento con la viabilità ordinaria. La differenza è che nel secondo caso occorre un casello e uno svincolo aggiuntivo in corrispondenza di Rioveggio, per consentire agli utenti di entrare ed uscire dalla bretella senza dover proseguire verso Bologna o Firenze.

Tutte le soluzioni partono 1,5 km a sud di Vergato. La lunghezza è di 6 km, per il 95% in galleria. Il casello è collocato subito a est di Vergato, passato il Reno, e subito dopo l'autostrada scomparirebbe sotto la montagna. La prima soluzione, per essere collegata direttamente con l'autostrada richiederebbe uno svincolo a quadrifoglio molto impattante, che occuperebbe tutto l'alveo del Setta, mentre se arrivasse sulla rotonda della viabilità ordinaria, chi va a Firenze non riuscirebbe ad entrare in autostrada.

La seconda ipotesi (2) arriva invece in località Puzzola, ed ha il primo vantaggio di essere un po' più breve, perché la variante è più spostata ad ovest rispetto al tracciato storico. Inoltre risulta più facile connettere la bretella con l'autostrada, rinunciando al collegamento con la viabilità ordinaria e rimanendo sempre dentro l'autostrada. In questo caso però chi volesse spostarsi semplicemente dalla vallata del Setta a quella del Reno non potrebbe utilizzare la bretella. Per rendere possibile questo uso, occorre aggiungere alla soluzione A una rotonda di collegamento con la viabilità ordinaria e un casello di esazione.

Quanto ai costi: le soluzioni A1 e B1 costano rispettivamente 280 e 267 milioni di Euro, mentre le A2 e B2 si fermano a 214 e 212 milioni.

Nel dibattito Zaccanti (del comitato per il collegamento Reno - Setta) sottolinea la raccolta di 12.000 firme, e la soddisfazione nel vedere questo studio di fattibilità: chiede di capire quali saranno i tempi. Dario Mingarelli, sempre del comitato, ammoniscce come quest'opera sia fondamentale per la sopravvivenza dell'economia delle nostre valli. Mastacchi (capogruppo opposizione a Monzuno e comitato per il casello di Rioveggio) insiste sulla necessità di preferire le soluzioni che favoriscono il collegamento tra le valli, a disposizione delle popolazioni locali.

Entusiastici verso la bretella quanto critici verso la pianificazione territoriale della Provincia (il PTCP) il collega Lorenzini (FI) e il consigliere regionale Salomoni (pure FI): "avanti tutta, e progettiamo anche il collegamento Setta-Savena", mentre il collega Vigarani (Verdi) si chiede se l'opera contribuisca o meno a ridurre le emissioni. 

Nel mio intervento chiedo quali siano le fonti di finanziamento, e se Società Autostrade possa ricavare dai pedaggi le risorse sufficienti a recuperare l'investimento. Diversamente mi sembra illusorio parlare di un'opera da 250 milioni di Euro, quando non troviamo 25 milioni di Euro (10 volte di meno!) per completare il nodo di Rastignano, ben più prioritario...

Risposte di Biagetti: la sostenibilità economica dell'opera è legata ai flussi di traffico, che si suppongono di 7.000 veicoli giorno attualmente, e di 11.000 all'apertura della bretella (nel 2022: infatti tra concertazione, bandi, progettazione esecutiva e assegnazione lavori si pensa di aprire i cantieri nel 2015, e che il lavoro possa durare 6 anni), per un flusso a regime di 30.000 veicoli giornalieri nel 2030, fino addirittura a 60.000 nel 2050(!). Queste previsioni rendono prevedibile un ammortamento dell'opera in 40-50 anni di esercizio, con un pedaggio di circa 2 Euro. Quindi l'opera pare in grado di autofinanziarsi.

Sul lato ambientale, il maggior traffico sulla bretella verrebbe più che compensato dalla liberazione della porrettana dal traffico di attraversamento, con grande beneficio per i centri abitati.

Seduta del 18 gennaio


Dedicata all'accordo di pianificazione tra Provincia e Regione sul nuovo Piano della Mobilità Provinciale (PMP). L'atto non riguarda i contenuti del PMP, che verranno presentati in primavera, ma ribadisce gli obiettivi e gli indirizzi comuni tra gli strumenti di pianificazione provinciali e regionali.

Tra questi vengono ricordati (nel documento allegato alla delibera, art. 4):


- Completamento e rafforzamento del Servizio Ferroviario Metropolitano come sistema cardine della mobilità delle persone nella dimensione metropolitana e regionale e come elemento attorno al quale concentrare le previsioni residenziali.

- Conferma e valorizzazione della scelta del Passante Nord, e connessa banalizzazione dell’attuale sedime della A14-A13, come soluzione per il traffico autostradale di attraversamento del nodo di Bologna, come potenziamento del sistema tangenziale e come elemento ordinatore dello sviluppo territoriale.

- Avvio delle attività propedeutiche all’istituzione di un pedaggio per i traffici in attraversamento sull’anello tangenziale, banalizzato in seguito alla realizzazione del Passante Nord, i cui introiti vengono destinati prevalentemente al finanziamento del trasporto collettivo ed, in particolar modo, del SFM.

- Realizzazione di un sistema di trasporto collettivo integrato, sia dal punto di vista funzionale che tariffario, costituito dal SFM e dal trasporto collettivo su gomma, anche mediante la previsione di nodi di interscambio in corrispondenza delle principali fermate del SFM.

- Completamento della maglia della viabilità di interesse nazionale/regionale individuata dal  PRIT a seguito di una verifica sulla eventuale necessità di riclassificazione della gerarchia di alcune direttrici

- Individuazione di un elenco di opere viarie prioritarie, definite attraverso la specifica metodologia messa a punto nel PMP, che costituiscano il fondamento della programmazione provinciale in tema di viabilità.

- Soluzione del potenziamento del collegamento Bologna-Imola verificando le possibili alternative quali:
  - soluzione in complanare all’attuale A14;
  - realizzazione della IV corsia autostradale;
  - interventi per la riqualificazione – Nuova via Emilia

- Politiche e azioni a supporto del miglioramento dell’accessibilità ciclopedonale alle fermate del SFM, del trasporto collettivo su gomma, e dei principali servizi per la popolazione.

Il dibattito vede le minoranze attaccare soprattutto sul punto del pedaggio per l'attraversamento dell'area bolognese (cosiddetto "road pricing"), riconducibile (secondo il centrodestra) alla cultura "tassa e spendi" propria del centrosinistra al governo. Nel mio intervento faccio notare che Milano, città storicamente amministrata dal centrodestra, ha da decenni la tangenziale a pagamento e qualche settimana fa pagare anche l'accesso al centro, e che in ottica liberale mi sembra più equo mettere i costi del completamento del Servizio Ferroviario Metropolitano in carico a chi produce inquinamento e congestione utilizzando l'auto, piuttosto che spalmarli su tutti i contribuenti mettendoli a carico della fiscalità generale.

Interessante anche il dibattito sulle diverse soluzioni ipotizzate per il collegamento con Imola (complanare o quarta corsia autostradale), che - si fa notare - rispondono a domande di trasporto diverse (di attraversamento oppure di accesso ai territori). E, aggiungo io, hanno un diverso impatto anche sull'incentivazione (o meno) del ricorso al treno per gli spostamenti pendolari (Imola e i centri sulla via Emilia sono serviti da una linea a doppio binario che corre vicina ai centri urbani: sarebbe un peccato non sfruttarla anche per il traffico locale).

Seduta dell'11 gennaio


Dedicata ad una delibera di convenzione con il comune di Budrio per la realizzazione di un tratto di strada affiancata alla Trasversale di Pianura allo scopo di eliminare due incroci a raso (in uno dei quali è recentemente avvenuto un incidente mortale, come sottolinea il collega Mainardi, di AN), e di spostare l'immissione in un punto dove la velocità delle auto è più ridotta.

Si tratta di un intervento del costo di 200 mila euro, erogati dal Comune di Budrio, consistente nell'asfaltatura di alcuni tratti di strade vicinali di campagna, che vengono così rese idonee al transito di veicoli che, anziché immettersi nella traversale nei due incroci a raso suddetti, si immetteranno o alla grande rotonda a Nord, oppure a sud, in un punto meno pericoloso. L'intervento verrà realizzato tecnicamente dal settore viabilità della Provincia, che provvederà anche ad allargare le strade di nuova asfaltatura nei punti particolarmente stretti.

La delibera viene approvata a maggioranza, con l'astensione di AN e la riserva (equivalente a non partecipazione al voto) di FI.
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