Andrea De Pasquale

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Aggiornamenti marzo 2005

Sintesi attività gennaio-marzo 2005


Bologna, 29 marzo 2005

Carissimi,  
rieccomi ad aggiornarvi sulle principali attività svolte in Provincia da gennaio a marzo 2005, per la parte che seguo direttamente (quindi il Consiglio e la Commissione Urbanistica e Trasporti). Ribadisco come sempre che se qualcuno non desidera questi messaggi, basta che me lo scriva e lo eliminero' subito dall'indirizzario.
Mi pare di poter concentare il riassunto di questi mesi su 2 temi di particolare interesse per i cittadini: il trasporto ferroviario e la pianificazione urbanistica associata. Per concludere una nota sui diritti delle donne e un avviso.

IL TRASPORTO FERROVIARIO: MASSIMO CONSENSO, MINIMO IMPEGNO ?

Il trasporto su ferro nella nostra provincia, unica medicina efficace e duratura contro il collasso del trasporto su gomma, la congestione e l'inquinamento che ne derivano, e' stato un tema emergente in questi 3 mesi. Se infatti il primo Consiglio Provinciale dell'anno si apre con la commemorazione delle vittime del disatro ferroviario del 7 gennaio a Crevalcore, il 28 gennaio come presidente della Commissione Trasporti ho convocato una seduta congiunta con l'omologa Commissione del comune di Bologna, presieduta da Paolo Natali, seduta tutta dedicata al Servizio Ferroviario Metropolitano (SFM), e in particolare al suo stato di attuazione e alle prossime tappe realizzative. Ne sono usciti dati interessanti.

E' dai primi anni '90 che si parla di SFM, ovvero da quando si iniziò a progettare la linea ad Alta Velocità (poi ribattezzata Alta Capacità), e gli enti locali bolognesi intuirono che un percorso interrato dei treni per Milano e Firenze, oltre al minore impatto ambientale, avrebbe liberato i binari di superficie a beneficio del trasporto locale, che avrebbe potuto contare a Bologna su una opportunità straordinaria: ben 8 linee ferroviarie esistenti e disposte a raggera, dal capoluogo verso le principali direzioni di traffico (Anzola-Modena, S.Giovanni-Crevalcore, Castelmaggiore-S.Giorgio-Ferrara, Budrio-Molinella, Ozzano-Imola, Pianoro-Vado, Casalecchio-Sasso Marconi-Porretta).
Globalmente le 8 linee del SFM avranno una estensione (a regime) di 350 km, di cui 280 nel territorio provinciale, con ben 86 fermate, di cui 73 nel territorio provinciale, e 16 nel territorio urbano. Ma la cosa più rilevante è che il bacino di utenza potenziale (ricavato considerando i residenti entro un doppio raggio, pedonale - entro 600 metri - e ciclabile - entro 4 km) è costituito da oltre l'80% della popolazione provinciale: quasi 800.000 residenti sui 950.000 totali. Una splendida alternativa al pendolarsimo automobilistico, dunque, ma che in gran parte resta ancora sulla carta, come e' emerso anche nella seduta del 25 febbraio, sempre in congiunta con il Comune di Bologna, nella quale sono stati ascoltati 3 comitati di utenti del SFM. In sintesi, mi sembra che manchino essenzialmente 4 cose al pieno funzionamento del SFM:

1 - il completamento della linea Alta Velocità/Capacità per liberare i binari della stazione e rendere "passanti" le linee del SFM (e qui ci tocca aspettare...)
2 - gli investimenti in infrastrutture di adeguamento di alcune linee esistenti, prima tra tutte la Bologna-Portomaggiore, che va elettrificata tutta e interrata nel tratto cittadino (e qui, al contrario, non si puo' piu' aspettare...)
3 - l'acquisto di materiale rotabile nuovo o comunque meno scadente di quello attualmente in uso (e qui, bisognerebbe capire dove sono andate le decine di miliardi di vecchie lire erogate da Roma per il trasporto ferroviario locale...)
4 - un governo unitario e coordinato dell'SFM, che ora invece risente del fatto che 6 linee sono di Trenitalia, 1 della societa' regionale FER, 1 della FBV, e tutte queste non si coordinano con le aziende di trasporto pubblico su gomma (a partire da ATC), in modo che - per fare solo un esempio - le coincidenze tra corriere e treni non viene mai considerata nella programmazione degli orari delle linee. Questo governo unitario e' probabilmente l'obiettivo politico piu' importante su cui lavorare, che condiziona tutti gli altri. Su questo obiettivo, pienamente condiviso con il presidente Paolo Natali, mi pare orientato anche l'assessore Giacomo Venturi, per come si e' espresso sia in commissione, sia in Consiglio, rispondendo in marzo ad alcune interrogazioni. 

Come sempre, sul sito www.andreadepasquale.it trovate un rendiconto (sintetico ma piu' completo di questo) sul dibattito in Commissione, talvolta davvero interessante, e anche i verbali di tutti i Consigli e le commissioni che presiedo.

LA PIANIFICAZIONE ASSOCIATA, RIMEDIO ALL'ESPLOSIONE DELLA CITTA'

Lo scorso 22 marzo e' andata in Consiglio la delibera relativa all'approvazione dello Schema di Accordo Territoriale tra la Provincia e il Circondario Imolese per l'elaborazione associata dei Piani Strutturali Comunali. Si tratta di un tema gia' affrontato in Commissione (non solo per l'ìmolese, ma anche per altre associazioni di comuni), che rappresenta un passo fondamentale per l'attuazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, cioè per cambiare pagina rispetto una urbanistica fatta comune per comune, con i territori in competizione tra loro per accaparrarsi vantaggi e oneri di urbanizzazione (piu' fai costruire, piu' incassi), e passare invece ad una pianificazione associata, che tra l'altro stabilisce un principio di perequazione territoriale capace di redistribuire su tutti i comuni associati i vantaggi e gli introiti delle sole aree giudicate idonee all'espansione urbanistica.

Come gia' emerso in Commissione, la minoranza si oppone a questa strategia, sul piano tattico presentando 7 emendamenti (che puntano a rendere difficoltosa o impossibile l'attuazione di questo accordo, facendo saltare clausole di elasticità o dotazioni di risorse all'ufficio associato di piano), e sul piano sostanziale affermando che la pianificazione associata esautori i consigli comunali. Gli emendamenti vengono respinti e l'accordo passa a maggioranza, ma sinceramente non capisco la condotta dell'opposizione, che dice no alla strategia della pianificazione associata, l'unica strada concreta e percorribile per invertire la rotta nel consumo di territorio, nella ubicazione degli insediamenti (residenziali e produttivi) e nelle conseguenti modalità di trasporto. Se infatti tutti concordiamo che la strada percorsa finora, della pianificazione "ciascun per sè", ci ha portato ad una cattiva distribuzione di residenze, fabbriche, servizi, tutti sparsi per il territorio provinciale senza alcuna logica complessiva (la famosa "esplosione della città", fenomeno comune a tante aree metropolitane europee, al quale e' dedicata la mostra di San Giorgio in Poggiale con il corredo di convegni e seminari, visitabile dal 12 marzo al 12 aprile), non vedo come potremo affrontare il problema se non associando i territori in un quadro di pianificazione sovra-comunale.
Anche su questo, potrebbe essere interessante leggersi (sempre sul sito www.andreadepasquale,it) il dibattito nato in consiglio dopo il mio intervento, forse un po' provocatorio, teso a "stanare" le proposte positive della minoranza in tema di urbanistica.

DONNE E POLITICA: A 60 ANNI DAL PRIMO VOTO

Tra gli altri momenti interessanti, segnalo in Consiglio solenne dell'1 febbraio, dedicato al 60° anniversario del diritto di voto alle donne. In una sala traboccante di gente e di gonfaloni comunali, dopo una bella relazione della prof. Anna Rossi Doria, sul cammino difficile dei diritti delle donne, e delle perplessità che 60 anni fa si registravano intorno alla proposta di estendere alle donne il diritto di voto (promosso soprattutto dal partito popolare), abbiamo dovuto sorbirci l'avvitamento di molti, troppi interventi nella polemica spicciola (il cui succo è riassumibile nella domanda se i problemi delle donne ad affermare i propri diritti e ad accedere a ruoli dirigenziali e politici sia più colpa della destra o della sinistra...)

Essendomi stato affidato dal mio gruppo il compito di tenere il discorso a nome della Margherita, ho preferito quindi fare un discorso un po' irrituale e forse duro, riguardo al buco nero, al punto più basso dei diritti e della dignità delle donne che si registra oggi, a Bologna come in tutto l'occidente: ovvero la condizione delle ragazze di strada, la tratta delle schiave del sesso. Al cui dramma e' stato dedicato, la sera stessa, un partecipatissimo incontro (400 persone) con padre Alex Zanotelli, che ci offerto un quadro duro e inquietante del mondo di miseria, di sofferenza ma anche di straordinaria dignità umana che sta dietro alle "vite da marciapiede".

Un caro saluto a tutti.
Andrea De Pasquale

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