Andrea De Pasquale

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Aggiornamenti novembre 2007

Rendiconto attività novembre 2007

Cari amici,

eccomi al rendiconto sull'attività svolta in Provincia nel mese di novembre. Rammento che per essere eliminati da questa lista basta farlo presente con una mail, mentre chiedo a quanti cambiano  indirizzo - e desiderano continuare a ricevere questi aggiornamenti - di segnalarmi il nuovo.

Come al solito citerò sommariamente i temi, rinviando al mio sito ( www.andreadepasquale.it ) per le argomentazioni e i dettagli. 

Quattro gli argomenti principali:

1. TRASPORTI E MOBILITA'
2. POLITICA IN CONSIGLIO
3. COSTI E TRASPARENZA DELLA POLITICA
4. LA CASTA E LE CASTE: SENZA CREDIBILITA' NON SI GOVERNA

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1. TRASPORTI E MOBILITA'

In novembre la IV Commissione Consiliare (che presiedo) si è occupata soprattutto di viabilità: con la seduta del 16 novembre, sugli incidenti stradali nel nostro territorio (5.000 in un anno, con 100 morti, 7.000 feriti e 10.000 veicoli coinvolti), dove trovate notizie sulle circostanze degli incidenti (distrazione e spericolatezza sono in cima alle cause) e sull'altissimo costo sociale (quasi 700 milioni di Euro!); e con l'uscita del 22 novembre, a verificare lo stato della viabilità lungo la SP3 (Trasversale di Pianura), ancora afflitta da incroci critici, immissioni a raso e strettoie (soprattutto nel tracciato ad est), di cui trovate un resoconto sempre al link precedente (nel caso che non funzioni: cliccare su "Attività della IV Commissione" - "Novembre 2007").

Segnalo infine la notizia, uscita a metà novembre, riguardo un finanziamento regionale specifico (75 milioni) per il Servizio Ferroviario Metropolitano: su questo ho rivolto il 20 novembre una domanda di inizio seduta al vicepresidente Giacomo Venturi (vedi miei Interventi in Consiglio - ottobre/dicembre 2007), che ha chiesto alla Regione approfondimenti al riguardo; pare che gli stanziamenti siano mirati all'acquisto di nuovi treni elettrici al posto dei vecchi diesel sulla Bologna-Vignola, e all'interramento del tratto urbano della linea Bologna-Portomaggiore. Se verranno confermate, si tratta finalmente di buone notizie, per quanto piccole rispetto alla dimensione complessiva di quanto manca al completamento del SFM.

2. POLITICA IN CONSIGLIO.

Mese fitto di sedute (fino al record di 3 nell'ultima settimana), e purtroppo di lutti e commemorazioni: prima Enzo Biagi e don Oreste Benzi, poi la vicenda di Giovanna Reggiani (la donna uccisa a Roma da un giovane Rom), quindi il caso di Gabriele Sandri (il tifoso laziale colpito da un poliziotto in autogrill), poi ancora Florin Draghici (il bimbo rom bruciato qui a Bologna nella sua baracca) e Daniele Paladini (il maresciallo caduto in Afghanistan ad opera di un kamikaze).

Davanti a gravi fatti di cronaca è giusto e doveroso, come istituzione, mostrare attenzione e partecipazione: peccato che diverse forze politiche, a destra e a sinistra, scelgano di sfruttare la circostanza e il clima per mettere in scena campagne e rivendicazioni "simbolico-identitarie", che nulla c'entrano con i nostri compiti amministrativi, ma che servono ad accarezzare il pelo al proprio elettorato: per capire meglio andate sul sito (Attività di Consiglio - novembre 2007), soprattutto sulle sedute del 13, 20 e 27 novembre.

Resto convinto che una maggiore sobrietà di linguaggio, una maggiore cautela a trarre conclusioni, e una maggiore concentrazione sulle nostre competenze dirette sarebbero di sicuro giovamento per l'efficacia e anche l'immagine di noi consiglieri provinciali. Apprezzo in proposito lo stile di misura e ponderatezza scelto dal Partito Democratico: mi sta bene, mi rispecchia, è la cosa giusta anche se mediaticamente "rende meno".

3. COSTI E TRASPARENZA DELLA POLITICA

La questione da me sollevata riguardo all'effettiva partecipazione degli eletti alle Commissioni ha avuto un'eco piuttosto vasta e prolungata sulla stampa locale: ne trovate una rassegna, certamente incompleta, sul sito alla voce "Rassegna Stampa - reazione al firma e fuggi".

Il dibattito è avviato, si attendono ora proposte operative, che pure andranno trovate in tempi politici, non geologici. Ho l'impressione infatti che il problema non sia decidere "se" occorra dare risposta alla chiara domanda di rinnovamento, trasparenza e serietà rivolta alla politica da parte di cittadini, associazioni, mezzi di informazione; ma "come" farlo in modo serio. Personalmente ho fatto una prima proposta, parziale e non esente da difetti, che trovate sul sito (alla voce "per ridare credibilità alla politica - la cura della trasparenza"), e che ha suscitato reazioni interessanti: alcune critiche, altre interlocutorie, altre di forte apprezzamento. Credo valga la pena proseguire questa fase di riflessione, per finalizzarla poi ad una decisione ed una azione il più possibile condivisa e partecipata.

Nel frattempo ritengo opportuno "correggere" da subito alcune pieghe sbagliate che rischiano di falsare il dibattito su questo tema.

   A) Non si tratta di una partita "Provincia contro Comune": la crisi di credibilità e fiducia nel rapporto tra elettori ed eletti riguarda tutti i livelli rappresentativi.

   B) Non si tratta di una crociata moralistica del sottoscritto verso i colleghi, primo perché io non sono e non mi ritengo migliore degli altri (tant'è che per la maggior parte delle questioni che devo affrontare mi appoggio proprio ai colleghi, non avendo come singolo competenze e tempo sufficienti per studiarle), e secondo perché la ricostruzione di un rapporto di fiducia/servizio tra politici e cittadini passa necessariamente per un percorso collettivo.

   C) L'obiettivo primario di questa azione non è tanto di tagliare dei costi "pur che sia" (perché è vero che, rispetto al volume della spesa pubblica, il denaro direttamente pagato ai politici, e negli enti locali in particolare, è risibile), ma di valutare il rapporto tra costi ed efficienza della politica: per farlo occorre appunto trasparenza e misurabilità del lavoro politico, che vuol dire, per noi eletti, essere disposti a metterci in discussione ed accettare criteri e momenti di verifica "in corso d'opera", che non siano solo le elezioni ogni 5 anni. Si tratta, in altre parole, di dare attuazione al principio costituzionale di sovranità degli elettori, che hanno diritto di valutare il lavoro politico nel corso del mandato, per orientarlo e per fare - al momento del voto - scelte informate e consapevoli.  

4. LA CASTA E LE CASTE: SENZA CREDIBILITA' NON SI GOVERNA

A seguito della mia presa di posizione, mi è stato fatto notare che vi sono in Italia tante "caste", che hanno costi e privilegi superiori a quelli degli amministratori locali, dove compensi e vantaggi sono modesti rispetto all'impegno richiesto. E' vero: un consigliere o un assessore che prende sul serio il proprio mandato lavora molto rispetto a quanto guadagna; e sprechi e benefici ingiustificati vanno ben oltre il "ceto politico".

Ma è proprio per questo che tocca a noi muoverci. Siamo nella parte bassa della nostra casta, più vicini di altri ai cittadini: abbiamo poco da perdere e molto da guadagnare nel farci paladini di una stagione di trasparenza,  efficienza e sobrietà nell'utilizzo delle risorse pubbliche a noi destinate. Solo così potremo affrontare con qualche probabilità di successo la battaglia contro le "caste" che infestano e bloccano il nostro paese. Solo "iniziando da noi" avremo legittimazione e credibilità, quindi consenso e forza politica, per cambiare le cose. "Inizia tu il cambiamento che chiedi al mondo", diceva Gandhi: non è solo una massima filosofica, è una potente strategia politica.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto, a Bologna, un esempio lampante di quanto sia essenziale disporre della credibilità e della legittimazione che derivano dal "cominciare da sè". Si tratta del caso "funghi riscaldanti" utilizzati nei dehors di molti locali, indicati da alcuni colleghi (e amici, che conosco e stimo) del Comune come "esempio di uno stile di vita insostenibile". La reazione è stata corale e negativa, il risultato è stato nullo. Perché?

In assoluto, parlando fuori contesto, i colleghi "antifungo" hanno ragione. Dobbiamo mettere in discussione tutte le nostre abitudini di consumo energetico, a partire anche dai piccoli comportamenti, e il "riscaldamento di strada" non è un buon esempio di sostenibilità. Avessero parlato da educatori o da esercenti autocritici, pochi avrebbero potuto dissentire. Ma il problema - per dirla con parole che usava mia nonna - non è la predica, ma il pulpito. A parlare infatti sono amministratori di enti pubblici che, quando si tratta di consumi energetici propri, sono tutt'altro che rigorosi: penso al riscaldamento invernale sparato al massimo (come il condizionamento estivo) e sovente mitigato da finestre aperte, alle caldaie a gasolio, alle luci perennemente accese, alle sedi di nuova costruzione progettate con preoccupante indifferenza rispetto ai criteri di efficienza energetica, ai mezzi pubblici che possono circolare anche se sono pre-euro. Verso i privati, le famiglie, le imprese, l'atteggiamento è ben diverso: divieti di circolare, certificazioni "casaclima" per le nuove costruzioni, obblighi per le caldaie... ed ora mettiamo anche vincoli per il riscaldamento esterno? Pensate come sarebbe suonata diversa la stessa dichiarazione, se fatta a seguito di un risultato ottenuto in casa propria: "Il Comune, che in un anno ha ridotto del 25% i propri consumi, limitando a 19 gradi la temperatura nelle proprie sedi (tutti in Consiglio o in ufficio col pullover sotto la giacca!), rinunciando all'aria condizionata (tutti in maniche corte d'estate), e modificando il progetto di sede unica nel senso del risparmio energetico, propone oggi ai commercianti un patto: eliminiamo gradualmente i funghi riscaldanti..."

La credibilità fa una grande differenza, in tutte le sedi politiche (non è un problema del solo Comune), in termini di forza politica e di efficacia dell'azione di governo.

Il Partito Democratico, che nonostante tutti i limiti iniziali vogliamo rendere nuovo e capace di dare risposte "di governo" ai problemi, agli squilibri e alle ingiustizie diffuse, non può sottrarsi a questa sfida: e posso dire di vedere  piccoli ma importanti segnali, per ora soprattutto interni, che mi fanno sperare che tale sfida sia raccolta e portata avanti con onore.

Molte cose avrei ancora da dirvi, ma sono già stato lungo e la chiudo qui. Non prima però di ringraziare le tante persone, conosciute e sconosciute, che hanno espresso, privatamente o a mezzo stampa, il loro sostegno per la mia scelta - in effetti piuttosto "irrituale" - di sollevare a Bologna il tema "costi e trasparenza". E' un sostegno prezioso, che spero di non deludere, e magari anche di raccogliere in qualcosa di più stabile e strutturato. Per ora vi saluto, alla prossima.

Andrea De Pasquale
Consigliere provinciale dell'Ulivo - Partito Democratico
presidente IV Commissione "Pianificazione - Trasporti - Viabilità"
Provincia di Bologna
www.andreadepasquale.it
Per contattarmi: scrivi@andreadepasquale.it - Per ricevere il mio rendiconto mensile: aggiornamenti@andreadepasquale.it
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