Andrea De Pasquale

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Aggiornamenti giugno 2008

Rendiconto attività giugno 2008



Bologna, 4 luglio 2008

Cari amici,

rieccomi al rendiconto sull'attività svolta in Provincia, stavolta nel mese di giugno. Rammento che per essere eliminati da questa lista basta farlo presente con una mail, mentre chiedo a quanti cambiano  indirizzo - e desiderano continuare a ricevere questi aggiornamenti - di segnalarmi il nuovo, e quello di eventuali amici interessati.

Come al solito citerò sommariamente i temi, rinviando al mio sito ( www.andreadepasquale.it ) per le argomentazioni e i dettagli. Ricordo anche che da maggio i lavori del Consiglio Provinciale sono on line in diretta, tutti i martedì pomeriggio, sul sito della Provincia (se non vi funziona questo link, dalla Home Page www.provincia.bologna.it cliccate sul menù "Istituzione - Consiglio - Consiglio on line").

Quattro anche stavolta gli argomenti principali (3 locali e 1 nazionale):

1) PIANIFICAZIONE: AREE CAAB, PIANO DEL COMMERCIO, AEROPORTO (E UNA POSITIVA ESPERIENZA "VERDE" A MINERBIO).
2) VIABILITA' E MOBILITA': NUOVA ROTONDA, NUOVO PONTE... NUOVO BANDO?
3) PARTITO DEMOCRATICO: I RISCHI DELL'ARROCCAMENTO.
4) GIUSTIZIA SOTTO ATTACCO: ALZARE LA VOCE NON E' MALEDUCAZIONE.


1) PIANIFICAZIONE: AREE CAAB, PIANO DEL COMMERCIO, AEROPORTO (E UNA POSITIVA ESPERIENZA "VERDE" A MINERBIO).

Nel consiglio del 3 giugno viene discusso e approvato l'Accordo Territoriale tra la Provincia di Bologna e i Comuni di Castenaso, Bologna e Granarolo dell'Emilia relativo al Polo funzionale del "Caab", un complesso da 140.000 mq (di cui trovate maggiori dettagli nella IV Commissione del 23 maggio 2008). Collegato alla delibera presento io un ordine del giorno integrativo, che chiede di preservare, in fase di attuazione del comparto, i corridoi per permettere in futuro il collegamento ferroviario dei poli attrattivi del traffico merci (soprattutto Termovalorizzatore e CAAB) con lo Scalo Ferroviario San Donato. Mi sembra infatti importante che le tonnellate di rifiuti che quotidiamente raggiungono l'inceneritore, così come le derrate alimentari del Centro Agro Alimentare, possano raggiungere la loro destinazione anche su ferro, e non solo su gomma: non dico sia una possibilità da realizzare oggi, ma almeno da non precludere per il futuro. Dopo un primo momento di sorpresa e di dubbi, il testo viene approvato con 18 voti a favore (tutta la maggioranza presente in aula) e 8 contrari (la minoranza).

Segnalo anche la IV Commissione del 12 giugno, dedicata ad una informazione sullo stato di avanzamento del nuovo Piano Operativo degli Insediamenti Commerciali (POIC). In estrema sintesi, gli obiettivi di questo Piano, in coordinamento con gli altri strumenti di pianificazione (Piano della Mobilità, Piani Strutturali Comunali associati), sono gli stessi del PTCP, ovvero policentrismo, minimo consumo di suolo, coerenza con i progetti di mobilità, integrazione tra residenza, servizi di zona e commercio, coesione territoriale tra le varie amministrazioni coinvolte. Il Piano individua 7 "Serbatoi dello sviluppo commerciale", che sono i 7 poli funzionali già definiti dal PTCP (CAAB ex Asam *, Postrino a S. Giovanni, Funo, San Pietro in casale *, Caselle, Martignone, Casello A 14 Imola; quelli indicati con l'asterisco * sono ambiti di riqualificazione di insediamenti dismessi) e 2 aree di competenza commerciale (Cento di Budrio, ex Castelli a Ozzano).

Interessante il forte rilievo che viene dato  alla perequazione territoriale: significa che gli insediamenti commerciali di carattere sovracomunale che generano forti impatti, e quindi costi a carico della collettività, devono pagare contributi da destinare prevalentemente al sostegno al piccolo commercio nelle aree di montagna, e alla realizzazione di opere viarie contenute nel PMP.

Nella IV Commissione del 20 giugno viene esaminato anche l'Accordo Territoriale per il Polo Funzionale Aeroporto, poi approvato nel consiglio di martedì scorso 1 luglio. Sui contenuti positivi dell'Accordo, e soprattutto sui meccanismi perequativi che vi sono contenuti, vi rimando al mio intervento in consiglio.

Segnalo infine la positiva esperienza che con la IV Commissione del 27 giugno siamo andati a verificare in quel di Minerbio, dove l'amministrazione è riuscita ad acquisire come pubbliche importanti aree private, da attrezzare a fascia boscata di mitigazione ambientale tra la zona artigianale e l'abitato di Ca' de Fabbri. Tale operazione è avvenuta con un "costo territoriale" estremamente basso, ovvero concedendo un indice edificatorio dello 0,03, che si è rivelato alla prova dei fatti sufficiente a motivare i privati ad aderire alla proposta del comune: un fatto che smentisce la tesi secondo cui sotto lo 0,20 non ci sono margini economici per scambi perequativi.  Insomma, un buon esempio di governo del territorio e di massimizzazione dell'interesse collettivo.

2) VIABILITA' E MOBILITA': NUOVA ROTONDA, NUOVO PONTE... NUOVO BANDO?

Due piccoli ma significativi passi avanti per la mobilità sul nostro territorio: il primo è la delibera di convenzione tra Provincia e comune di Pianoro per la realizzazione di una rotatoria tra la Strada Provinciale n. 58 di Pieve del Pino e la Fondosavena (vedi la Commissione del 30 maggio e il consiglio del 10 giugno), un incrocio dove causa la scarsa visibilità si rischiano gravi incidenti.  Il secondo è l'inaugurazione del nuovo ponte in località Canaletto (Malalbergo), sulla strada provinciale 44 "Bassa bolognese", che risolve una annosa situazione critica che si realizza ogni estate in corrispondenza della campagna bieticola, quando i camion che ogni giorno devono raggiungere a centinaia il vicino zuccherificio di Minerbio erano costretti a un senso unico alternato in corrispondenza del vecchio ponte, troppo stretto. Ora il piano viabile sul ponte è largo oltre 7 metri, per un costo di 210.000 Euro, a carico della Provincia.

Infine una nota sul nuovo bando di gara per il People Mover, che il Comune si accinge a riproporre riguardo al People Mover, dopo il primo, disertato dalle imprese. Nella mia doppia vita, di amministratore provinciale e piccolo imprenditore (il mio mestiere privato), mi ha colpito il modo con cui diversi amministratori pubblici hanno liquidato la scelta delle aziende di non partecipare al primo bando: "le imprese non sanno rischiare", è stata la linea autoassolutoria dell'amministrazione. Ora, le imprese non saranno ancelle della carità, ma è piuttosto sgradevole, per chi è costretto tutti i giorni a misurarsi col rischio di impresa, con una concorrenza agguerrita, con costi certi in aumento e ricavi incertii, sentirsi dare lezione da persone che nella loro vita e nella loro storia personale non hanno mai provato cosa sia il rischio di impresa, la paura di non coprire i costi (non come amministrazione pubblica, dove al massimo rimedi una sconfitta elettorale, ma come esposizione personale e diretta, che può rovinarti la vita), la fatica di far quadrare i conti e stare sul mercato. Ai colleghi amministratori facili a scaricare le colpe sulle imprese (che certamente ne hanno, figuriamoci!) suggerisco un atteggiamento più rispettoso e meno sprezzante rispetto ad una condizione, quella di imprenditore, che forse dovrebbero conoscere meglio prima di esprimersi.

3) PARTITO DEMOCRATICO: I RISCHI DELL'ARROCCAMENTO.

Venendo al mio partito, mentre si dichiara la necessità di apertura al nuovo, di un confronto laico che ci riporti in mezzo ai cittadini, ad ascoltare le loro richieste prima di formulare le nostre proposte, colgo intorno segnali opposti, di ritorno al passato, di chiusura nelle nostre vecchie certezze, di approccio propagandistico piuttosto che dialettico. Tra i tanti, cito 2 episodi.

In risposta al richiamo ulivista di Marco Monari, Andrea De Maria dichiara di avere nostalgia del PCI di Berlinguer (sui giornali locali del 19 giugno).  Davanti a presidenti di quartiere coraggiosi come Andrea Forlani e Sergio Palmieri, che schiettamente riportano i problemi sofferti dai loro amministrati, interviene il loro collega Claudio Mazzanti (Il Domani, 12 giugno) che dopo averli invitati a sentirsi "dei moscerini al cospetto di Cofferati" e a "volare bassi", liquida così i malumori presenti nella base del PD afferma: "se qualcuno ha mal di pancia o è perché cerca visibilità o perché ha problemi fisici. Nel primo caso gli consiglio di proporsi per le primarie, nel secondo un po' di Buscopan". E sul rischio che l'ex PCI finisca per annettere le altre componenti del PD, risponde facendo la lista delle cariche attualmente tenute dagli "ex" della margherita (presidenza provincia, vicesindaco, ecc...), a dire che il problema non esiste. 

Due osservazioni al riguardo.  La prima è che nell'invito a scendere in campo alle primarie si coglie una minaccia: provate a sfidare il principe ereditario, e vedrete che brutta fine vi aspetta. Mazzanti è solo più diretto ed esplicito di altri, promotori della linea "non disturbare il manovratore". Prende forma un Partito affetto da sindrome di accerchiamento, emege una linea di militarizzazione, prevale il vecchio impulso all'arroccamento contro i nemici, esterni ed interni (magari traditori della Causa...) E' di questo che il PD necessita per crescere e conquistare consenso?  Non vorrei che un partito bisognoso di un dibattito libero e sereno, ma trattato a Buscopan, arrivasse molto debole alla gara elettorale, senza aver risolto né capito l’origine del suo malessere.

La seconda riguarda una visione del Partito Democratico che speravo superata. Ragionare di “ex DL” e fare il conto delle poltrone significa infatti pensare ancora a due partiti, tenuti insieme da una spartizione dei posti, e deludere la speranza di superamento degli steccati, di contaminazione tra storie e valori diversi, di costruzione di una nuova unità nel merito dei problemi e delle risposte politiche. Noi vogliamo costruire il PD sulla base di idee, non di poltrone.

4) GIUSTIZIA SOTTO ATTACCO: ALZARE LA VOCE NON E' MALEDUCAZIONE.

Chiudo con un sofferto ma inevitabile riferimento alla vicenda nazionale che vede di nuovo la maggioranza di centrodestra impegnata a indebolire il controllo di legalità, a intimidire la magistratura e a deludere la speranza di molti cittadini vittime di reato di ottenere mai giustizia. Questo, cari amici, è il vero problema, prima e più ancora delle vicende giudiziarie del capo del governo. Detta in altri termini: se garantire immunità perenne a Silvio Berlusconi fosse il prezzo da pagare per ottenere in cambio una riforma della giustizia che servisse a ridare efficienza ai processi e quindi a restituire giustizia ai cittadini (che subiscono i danni dei reati), io sarei favorevole. La  tragedia invece è che, ormai da 15 anni, con la scusa di "accrescere le garanzie" (di pochi), si è versata ghiaia nei meccanismi della giustizia fino a paralizzarli.

La somma di vecchie e nuove regole "garantiste" (introdotte dalla destra e ahimè non adeguatamente riformate dalla sinistra, quando è stata al governo) in termini di tortuosità processuali, incompatibilità tra ruoli nella magistratura, possibilità di ricusazione del giudice, produce un risultato sotto gli occhi di tutti, ovvero che la stragrande maggioranza di reati cade in prescrizione: dopo anni di indagini e di udienze processuali, tutti il lavoro di polizia, carabinieri, guardia di finanza, magistrati inquirenti e magistrati giudicanti viene mandato al macero. Lo stesso ruolo di avvocato difensore ne viene stravolto e svilito: non più una professionalità giuridica impegnata a sostenere l'innocenza dell'imputato, ma un esperto di furbizia dilatoria, mirata a utilizzare tutti gli ostacoli, gli inceppi, le incongruenze, le debolezze della macchina giudiziaria, per arrivare all'obiettivo strategico della prescrizione.

Questo accade in primo luogo perchè da anni gli uffici giudiziari sono tenuti in condizioni da non poter esercitare il loro lavoro, per mancanza di aule, di scrivanie, di fax, di computer, di personale di cancelleria, di copertura degli organici. E questo non dipende dalla magistratura, ma dal ministero della giustizia, quindi dalla politica. Lo ricordava mercoledì 2 luglio Luigi Ferrarella sul Corriere della Sera, lo dicevamo noi del Mosaico 14 anni fa (n. 4, maggio-agosto 1995, "un giorno in tribunale": un dossier dedicato alla  giustizia civile, che vale anche per quella penale). 

Il risultato va molto al di là dell'impunità così garantita a Berlusconi, perché tale impunità si estende a decine, centinaia, migliaia di imputati di reati socialmente devastanti, quali quelli economici e corruttivi, tipici dei "colletti bianchi" e specifici della classe dirigente. C'è bisogno di ricordare che il buco Parmalat ha sottratto agli italiani qualcosa come 7 miliardi di Euro (quattordicimila miliardi di lire)? C'è bisogno di ricordare che il danno peggiore di Tangentopoli non fu il denaro pagato dalle imprese agli amministratori corrotti, ma furono la qualità scadente e il costo esorbitante di opere e servizi, commissionati non più nell'interesse dei cittadini, ma per onorare uno scambio illecito di favori? C'è bisogno di ricordare che in un sistema economico che tollera la corruzione le imprese sono spinte a investire più in regali e tangenti che in ricerca e innovazione?

Su questi temi avverto poca consapevolezza e troppa incertezza anche nel mio partito. C'è paura di apparire smodati, di perdere di compostezza, di ricadere nella demonizzazione dell'avversario. Si paventa il rischio del moralismo e del giustizialismo.

Ora, se è da moralisti dire che i provvedimenti governativi che vogliono sottrarre agli inquirenti lo strumento dell'intercettazione, che intendono tagliare ulteriormente le dotazioni agli uffici giudiziari, che intendono paralizzare ulteriormente il lavoro processuale sono una indecenza, perchè premiano i furbi che la fanno franca e umiliano gli onesti che non saranno risarciti dalla giustizia, io sono un moralista. Se è da giustizialisti dire che la giustizia penale deve essere orientata all'accertamento il più possibile fedele, rapido e rigoroso della verità dei fatti, per determinare in base a questi giudizi di colpevolezza, mentre la nostra giustizia penale viene oggi irrisa e umiliata da strategie dilatorie che puntano solo a far passare i termini di decadenza dei processi, io sono un giustizialista.

Perchè esiste anche un mondo di persone pulite, che faticosamente cercano di comportarsi in modo corretto, anche se diversamente potrebbero faticare di meno e guadagnare di più. Esiste anche qualcuno che, in diversi ruoli e posizioni, "viaggia in direzione ostinata e contraria" rispetto al vento dell'interesse personale. Esiste anche una cittadinanza che non ha nulla da nascondere e quindi da temere davanti ad eventuali accertamenti giudiziari, che non ha conti all'estero nè attività in nero. A questo mondo, a queste imprese, a questi cittadini dobbiamo pure rispondere, come politici in generale e come PD in particolare.

Sentimenti come la rabbia, l'orgoglio e l'indignazione davanti a certi squilibri (pensiamo a quanto rigore il governo stia mostrando verso immigrati e bambini rom, e a quanta indulgenza riservi invece verso altri autori di reati, come i falsificatori di bilanci, che alla fine sottraggono ai risparmiatori ben di più dei piccoli ladri di strada, che pure sono da punire) sono importanti in politica. Per questo ritengo che la manifestazione indetta a Roma il prossimo 8 luglio per dire "no" non sia sbagliata. Alzare la voce non è sempre sintomo di maleducazione.

Una sola nota sul Berlusconi perseguitato dai magistrati. Si dice innocente, ma quando non è stato riconosciuto colpevole (il che è accaduto), ha evitato la condanna avvalendosi - che io ricordi - sempre della prescrizione dei reati a lui attribuiti. Invece la legge gli consentiva, se innocente, di rinunciare alla prescrizione per arrivare in fondo all'accertamento dei fatti: lui ha preferito diversamente. E come diceva un caro amico magistrato, si prescrive una cosa se è accaduta. 

Tanto avrei ancora da dire su questo tema, ma vi ho già chiesto troppo tempo. Un caro saluto, perdonatemi se nei prossimi giorni non risponderò ai messaggi (sono in giro per un paio di settimane, vedrò la posta saltuariamente), a tutti un caro saluto.

Andrea De Pasquale
consigliere provinciale del Partito Democratico
presidente IV Commissione "Pianificazione, Trasporti, Viabilita'"
Provincia di Bologna
www.andreadepasquale.it

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